Eugenio Piva
Militante comunista, nel settembre del 1937 accorse in Spagna, volontario nelle Brigate Internazionali. L'impegno contro i franchisti, a fianco del fratello maggiore Igino, evitò a Piva un processo del Tribunale speciale, che lo considerò latitante. Rientrato in Italia, nel giugno del 1940, il militante antifascista fu comunque processato e si ebbe una condanna a 12 anni di reclusione. Ne scontò una parte a Fossano, poi, con l'arresto di Mussolini, poté essere scarcerato e tornare a Schio. L'8 settembre 1943, vede Eugenio Piva prendere parte alla lotta di liberazione nella Resistenza scledense. Con Igino Piva e altri costituisce quello che fu poi denominato "Gruppo del Festaro". L'attività resistenziale di Eugenio si sviluppa per meno di un mese, sino a che incappa in un rastrellamento ed è incarcerato a Verona. Resta in carcere sino al mese di dicembre, quando è rilasciato per mancanza di prove a carico. Tornerà a Schio e qui, per il resto della guerra, curerà i collegamenti tra le formazioni partigiane e la Resistenza cittadina.