Giuliano Procacci
Aveva preso parte, giovanissimo, alla Resistenza in Italia settentrionale e della lotta partigiana aveva compreso appieno il senso. Lo dimostrò in una recente riedizione del sua opera più famosa: Storia degli italiani. Procacci vi pubblicò una nota polemica e rigorosa sulla Resistenza, contro l'idea troppo in voga e corriva di un periodo 1943-1945 come "guerra civile". Dopo la Liberazione, Procacci riprese gli studi (fu anche allievo del grande Federico Chabod). Già come borsista all'Istituto Croce di Napoli, si impose per un coraggio e una freschezza allora ignoti alla storiografia accademica. Tra le altre sue opere più importanti ricordiamo, oltre agli studi su Antonio Gramsci e sul Machiavelli, La lotta di classe in Italia all'origine del secolo XX (pubblicato nel 1970 dagli Editori Riuniti) e Il partito dell'Unione sovietica uscito prima su "Critica marxista" e poi per Laterza. Procacci, che insegnava Storia contemporanea all'Università La Sapienza di Roma, era stato senatore comunista per due legislature. Pochi giorni prima di essere stroncato da un infarto, aveva deciso di lasciare Roma e di trasferirsi nel capoluogo toscano, per stare vicino al figlio.