Giorgio Quadro
Combattente nel conflitto 1915-18, tornato a casa partecipò alle lotte del primo dopoguerra in Campania. Militante socialista e, dal 1921, comunista, Quadro nel 1920 fu tra i dirigenti dell'occupazione delle "Officine Miani e Silvestri", dove lavorava. Continuò la lotta antifascista anche dopo la promulgazione delle "Leggi eccezionali" e nel 1931 finì in carcere. Prosciolto, dopo un anno di prigione, per insufficienza di prove, continuò ad essere perseguitato dalle autorità del regime. Senza lavoro per quattro anni, riuscì a farsi riassumere nella sua vecchia azienda quando questa passò nel gruppo "Navalmeccanica". Le "Quattro giornate di Napoli", videro Quadro in prima fila tra i combattenti contro i tedeschi. Dopo la liberazione della città, l'operaio s'impegnò nella riorganizzazione del PCI e dei sindacati. Nei primi anni del dopoguerra fu segretario della FIOM e della Camera del Lavoro di Napoli. Fu Quadro a fondare la Cooperativa della Navalmeccanica e a dirigere la lunga, vittoriosa lotta delle maestranze delle "Officine Meccaniche e Fonderie". Continuò nel suo impegno sino al termine della sua vita e alla sua morte gli fu intitolata una Sezione napoletana del PCI.