Teresa Recchia
Era cresciuta a Torino nel popolare Borgo San Paolo, dove i suoi si erano trasferiti dalla Campania all’inizio del XX secolo. Operaia alla Fiat, dove faceva la sellaia, Teresa Recchia nella fabbrica torinese aveva maturato le sue prime esperienze di sindacalista. Nel 1917 aveva partecipato alla rivolta della città subalpina contro la guerra e quattro anni più tardi all’occupazione delle fabbriche.
La Recchia, che era stata accanto a Gramsci nell’Ordine Nuovo, era entrata nel PCd’I sin dalla sua fondazione e nel giugno del 1924 era stata inviata a Mosca con la delegazione italiana al V Congresso dell’Internazionale Comunista. Nel gennaio del 1926 era stata designata al III Congresso del PCd’I come membro candidato del CC.
Dopo l’approvazione delle leggi eccezionali fasciste del novembre 1926, col nome di copertura di “Gaetana”, aveva mantenuto i contatti clandestini con le organizzazioni operaie della Toscana e del Veneto ed era poi emigrata in Francia col marito (Mario Bavassano), contribuendo con lui alla attività dei gruppi comunisti di lingua italiana.
In dissenso con la politica della “svolta”, nel marzo del 1930 fu dichiarata decaduta dalla carica di membro candidato del CC e quattro mesi dopo fu espulsa dal partito. Vicina alla Resistenza transalpina, visse i suoi ultimi anni in misere condizioni e morì di tbc nell’ospedale “Tanon” di Parigi.