Giovanni Ricottilli
Pluridecorato durante la Seconda Guerra mondiale, alla quale aveva partecipato sul fronte greco albanese e combattendo nella campagna di Russia, al momento dell’armistizio Ricottilli si trovava a Trieste. Riuscito a raggiungere con mezzi di fortuna il capoluogo abruzzese, vi aveva organizzato la prima banda partigiana che, dopo essere stata chiamata “L’Aquila”, aveva assunto il nome di “Giovanni Di Vincenzo” in onore di un antifascista abruzzese (il suo vero nome era Giovanni Vicenzo) che era stato ucciso dai tedeschi nel maggio del 1944. Ricottilli e il suo gruppo, collegato al Raggruppamento Bande Patrioti Gran Sasso, nell’ottobre del 1944 riescono a farsi inquadrare nelle file degli Alleati, con i quali, dopo la liberazione dell’Aquila, risalgono combattendo la penisola. Come capitano della Brigata Maiella, Ricottilli conoscerà in Emilia la partigiana Luciana Salvan con la quale si sposerà (testimone di nozze il comandante Ettore Troilo) e con la quale, dopo la Liberazione, tornerà in Abruzzo, ad Avezzano. Direttore provinciale per l’assistenza postbellica, dirigerà sino al pensionamento l’Ufficio postale centrale e, nel 1991, il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga lo decorerà di Medaglia d’argento al valor militare. Nel 2004 Giovanni Ricottilli ha ricevuto anche, dal sindaco dell’Aquila, il “Sigillo della Città”, per i meriti acquisiti nel corso della sua lunga battaglia in difesa del Paese, della libertà e della democrazia.