Aldo Rismondo
La sua famiglia, durante la Prima guerra mondiale, era stata internata in Austria. Quando i Rismondo tornarono in Istria, a Rovigno, Aldo fu, durante il fascismo, tra gli organizzatori del partito comunista nell'antica cittadina. Nel 1942, Rismondo prese i primi contatti con il movimento partigiano jugoslavo dell'Istria e nella primavera del 1943 fu designato segretario della Sezione comunista rovignese. Caduto Mussolini, capeggiò le manifestazioni d'esultanza della popolazione rovignese e, all'indomani dell'8 settembre, Rismondo entrò a far parte del Comitato di salute pubblica che, il 16 settembre 1943, si trasformò in Comitato rivoluzionario partigiano. Condannato a morte dai tedeschi, Aldo Rismondo si portò a Trieste e di lì, nel marzo del 1944, raggiunse la base partigiana di Monparadiso, diventando il dirigente politico dei resistenti italiani in Istria. In questa veste l'operaio antifascista fondò, il 10 luglio 1944, l'<Unione degli italiani dell'Istria e di Fiume>, che coordinò l'ingresso dei combattenti italiani nelle file dell'Esercito popolare jugoslavo. Durante uno scontro con le truppe tedesche in località Valtida, Rismondo fu gravemente ferito, ma riuscì a sottrarsi alla cattura. Fu soccorso dai suoi partigiani e, sentendo prossima la fine, volle essere unito in matrimonio con Ersilia, sua compagna di vita e di lotta. La breve cerimonia nuziale - il ferito era disteso esangue su un carro agricolo - fu verbalizzata da un rappresentante del Comitato popolare di liberazione. Celebrato il matrimonio, il carro si mosse per raggiungere un centro di soccorso della Resistenza, ma Aldo spirò durante il tragitto.