Umberto Segre
Era studente universitario alla "Normale" di Pisa quando, nel 1928, fu arrestato perché membro dell'associazione antifascista "Giovane Italia" e collaboratore della rivista Pietre. Espulso dall'Università di Pisa, passò a quella di Torino dove, continuando nel suo impegno antifascista, nel giugno del 1929 finì di nuovo in carcere. Condannato a tre anni di confino, peraltro condonati, si trasferì in Francia, dove proseguì gli studi di storia e filosofia.
Al ritorno in Italia, Umberto Segre si diede all'insegnamento, per esserne escluso con l'approvazione delle Leggi razziali. Internato a Camerino, nel 1940, in quanto ebreo, tornò libero soltanto con la caduta di Mussolini. Nel settembre del 1943 emigrò in Svizzera (tutta la sua famiglia è scomparsa nei campi di sterminio nazisti), per tornare in Italia soltanto alla fine del conflitto. Collegato a "Giustizia e Libertà" dal 1938 e poi membro del Partito d'Azione, Umberto Segre, nel 1946, ha seguito Ferruccio Parri nel Movimento repubblicano democratico.
Il professore antifascista, è stato anche docente di Filosofia morale all'Università di Milano ed è stato per anni commentatore politico del Giorno e collaboratore del Mondo, del Ponte e de L'Europeo. Ha lasciato diecine di saggi di filosofia economica e politica. Tra i suoi libri ricordiamo qui soltanto Dissenso politico e violenza. Scritti sulla contestazione giovanile; L'Europa senza ideologia. Tra capitalismo e socialismo; I partiti italiani dal 1945 al 1969. 1. La Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano; La questione dell'Alto Adige. In occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Umberto Segre, al Liceo "Parini" di Milano è stata organizzata, sulla sua opera, una mostra dal titolo "Un antifascista scomodo". Un convegno si è tenuto, nel 1999, anche alla "Statale", per iniziativa dell'Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia.