Carmine Sollazzo
Col nome di battaglia di "Pisano", nel giugno del 1944, lasciato Pettinengo dove abitava, era entrato far parte della II Brigata Garibaldi. Sollazzo, che comandava il distaccamento "Freccia", aveva già partecipato, a Santhià, ai festeggiamenti del 27 aprile per la Liberazione. Si trovava, la notte del 30 aprile 1945, nella cascina "Governà", dove si erano acquartierati i partigiani, dopo le trattative con i tedeschi in ritirata, per evitare un inutile bagno di sangue di sangue alla popolazione della cittadina. Comandava le truppe tedesche il generale Schlemmer, che aveva rifiutato di accettare la resa dell'Armata germanica, firmata il 26 aprile a Genova dal generale Meinohld, ma che si era dimostrato disposto a una tregua d'armi con i garibaldini del Vercellese, dove era in transito quel che restava (migliaia di uomini, pesantemente armati), dell'Esercito tedesco. I partigiani del "Freccia" e gli altri che erano guidati da Elvio Tempia, commissario politico della 75a Brigata Garibaldi, furono proditoriamente attaccati dai soldati del generale Schlemmer. "Pisano" cadde, combattendo e salvando molti dei suoi compagni, proprio in quel frangente, dopo aver assaporato l'aria della libertà. Per questo, alla memoria di Carmine Sollazzo, è stata decretata la Medaglia d'argento; per questo, a Pettinengo (VC), gli è stata intitolata una via.