Ilario Tabarri
Militante comunista, nell'agosto del 1936 emigrò in Francia di dove, pochi mesi dopo, passò in Spagna per combattere i franchisti. Miliziano del Battaglione Garibaldi, Ilario Tabarri si batté audacemente a Cerro Rojo, Casa de Campo, Pozuelo Boadilla, Mirabueno, Majadahonda, Arganda, Guadalajara. Nominato sergente del 1° Battaglione della Brigata Garibaldi, il meccanico romagnolo si distinse anche in Estremadura e sull'Ebro. Nel settembre del 1938, per decisione del suo partito, Tabarri lasciò la Spagna e si trasferì a Marsiglia, dove svolse un'intensa attività antifascista, durata sino al dicembre 1941, quando fu arrestato dalla polizia francese. Estradato in Italia e confinato a Ventotene, il meccanico comunista poté tornare a Cesena soltanto dopo l'8 settembre 1943. Qui lavorò alla costituzione del Fronte nazionale, che si sarebbe poi trasformato in CLN, e organizzò una prima base partigiana presso Pieve di Livonchio. Col nome di copertura di Pietro Mauri, Tabarri diventò membro del Comitato militare romagnolo (costituito soltanto da comunisti) che assunse poi il nome di Comando Militare. Dalla fine di ottobre al 20 marzo 1944 comandò i gappisti che operavano in pianura e il 22 dello stesso mese assunse il comando della VIII Brigata Garibaldi "Romagna", che guidò sino al suo scioglimento, nel novembre del 1944, dopo la sconfitta dei nazifascisti. Nel dopoguerra Ilario Tabarri è stato membro del CC del PCI e, successivamente, ha diretto a Bruxelles il Centro Studi della Federazione Sindacale Internazionale. A Forlì gli è stata intitolata una via.