Italo Tibaldi
Militante antifascista era stato arrestato nel gennaio del 1944. Deportato da Torino a Mauthausen era giunto nel Lager il 14 gennaio ed era stato immatricolato col numero 42307. Un triangolo rosso lo identificava come deportato politico. Due settimane dopo Tibaldi veniva trasferito nel subkommando di Ebensee, in quello che era chiamato Schonungblok, una vera e propria (come lo stesso Tibaldi ebbe a definirla), anticamera del crematorio. Ma Tibaldi fu uno dei pochi sopravvissuti e, tornato libero il 6 maggio del 1945, rientrato in Italia, ha partecipato nel 1945 alla fondazione dell'ANED - di cui è vicepresidente nazionale - ed è stato anche sindaco del suo paese di residenza, Vico Canavese. Tibaldi ha dedicato tutta la vita alla memoria dei campi di sterminio nazisti, lavorando per quasi 60 anni alla compilazione di un elenco nominativo di oltre 30.000 deportati italiani nei lager di Hitler. Per questa sua attività nel 2004 il presidente della Repubblica gli ha attribuito il titolo di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica. Suo il volume Compagni di viaggio (1984), punto di riferimento ineludibile per tutti gli studi sulla deportazione italiana. Dario Venegoni, nel suo libro Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano &lquo; Una tragedia italiana in 7982 storie individuali, stampato dalle Edizioni Mimesis nel 2005, dedica il volume di 416 pagine proprio "a Italo Tibaldi, che da 50 anni lavora per dare un nome ai deportati italiani".