Emilio Vedova
Negli anni che precedettero la Seconda guerra mondiale, Vedova fece parte, a Milano, del gruppo di "Corrente", nella cui galleria presentò una delle sue prime "personali". Dopo l'8 settembre 1943 partecipò alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza romana. Militò poi, col nome di battaglia di "Barabba" (scelto, forse, per la folta barba che ne avrebbe incorniciato il volto per tutta la vita), in una formazione partigiana molto attiva sull'altipiano bellunese. Nel corso di un rastrellamento "Barabba" fu ferito, ma riuscì, fortunosamente ad evitare di essere catturato dai nazifascisti.
Dopo la Liberazione, Vedova tornò alla sua attività di pittore sempre mantenendosi coerente con i suoi ideali antifascisti, anche se mantenne le distanze dalla poetica degli artisti del Realismo. Nel 1946 elaborò, con Ennio Morlotti, il manifesto "Oltre Guernica" (la città spagnola bombardata dai nazisti") e fu tra i fondatori della "Nuova secessione artistica italiana- Fronte nuovo delle arti". Nel 1955 espose per la prima volta a "Documenta", la rassegna artistica che lanciò le avanguardie postbelliche ed alla quale partecipò altre tre volte. Nel 1960 ecco per Vedova il Gran premio della pittura della Biennale di Venezia.
Nel 1997, sempre alla Biennale, la consegna del Premio alla carriera. Un riconoscimento anche all'impegno didattico che il pittore profuse per anni all'Accademia di Venezia, sempre conservando gli ideali civili che l'avevano animato durante la Resistenza e ai quali Emilio Vedova è rimasto fedele anche quando era diventato un artista acclamato in tutto il mondo. Nell'aprile del 2006 il Presidente dell'ANPI provinciale di Venezia Gianmario Vianello gli ha consegnato la tessera ad honoremdell'associazione.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato ai familiari di Emilio Vedova il seguente messaggio: "Partecipo commosso al dolore della famiglia e al cordoglio del mondo dell'arte per la scomparsa di Emilio Vedova, maestro della pittura italiana, interprete di una ricerca artistica che, attraverso gli anni drammatici della II Guerra Mondiale e i travagli del Novecento, ha saputo intervenire nel reale ed interpretare i mutamenti con una significativa espressione personale e collettiva. Il suo originale linguaggio artistico e gestuale, ricco di tensioni ideali, lascia un segno profondo nella cultura del nostro paese".