Tranquillo De Caneva
Tranquillo De Caneva presta servizio militare come sergente maggiore nell’8° Reggimento Alpini della Brigata “Julia”, partecipando al Secondo conflitto mondiale, prima nella campagna di Grecia-Albania dove rimane ferito e ottiene la Croce al merito di guerra, poi come comandante della squadra cannoni nella campagna di Russia, per la quale è decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.
Rientrato in Italia, entra in clandestinità e si unisce alle formazioni garibaldine col nome di battaglia “Ape”, diventando Commissario del battaglione “Friuli” e dal 1° febbraio 1945 Comandante della Brigata Garibaldi Carnia. Partecipa alla battaglia di Pani di Raveo contro le truppe nazifasciste e i mercenari cosacchi (dal 17 al 20 novembre 1944) della quale ha lasciato un’approfondita testimonianza pubblicata nel 1971 in “Il movimento di liberazione in Friuli: rassegna di storia contemporanea” a cura dell’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (IFSML, https://opac.rivistefriulane.it/ricerca/dettaglio/la-battaglia-di-pani-di-raveo/19377). I primi giorni del marzo ’45 sfugge miracolosamente all’assalto da parte nemica della sua base nella frazione di Feltrone, individuata a causa di una spia. È riconosciuto dalla Commissione regionale triveneta come “Partigiano combattente” per l’attività dal 28 aprile 1944 al 1° maggio 1945 (https://partigianiditalia.cultura.gov.it/persona/?id=5bf7e43f39112f2724582421).
Nel dopoguerra, dopo aver lavorato in miniera ed essere emigrato in Svizzera, De Caneva torna in Italia e diviene Segretario Generale della CGIL di Udine, poi nel 1960 è chiamato a Roma al Centro studi del sindacato nazionale dove porta la sua esperienza diretta sull’emigrazione. Consigliere comunale a Tolmezzo, provinciale a Udine (1956-60), nel 1964 è eletto nelle liste del Pci al Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia. Muore prematuramente nel 1974. Tranquillo amava anche cantare nel coro della chiesa di Trava, era un internazionalista e nel suo paese lo ricordavano mentre scendeva da Pani con le braccia aperte e tese verso il mondo, intonando: “Tutti uniti, tutti fratelli”. Il poeta Leo Zanier gli ha dedicato alcuni versi, incisi su una lastra all’ingresso del Comune di Lauco.
D.D.P.