Paolo De Caneva
Fratello minore del partigiano Tranquillo, Paolo De Caneva lo segue nel battaglione “Friuli” e nella Brigata Garibaldi Carnia con il nome di battaglia “Raul”. Anche la mamma, Anna Beorchia, classe 1887, aiutava il movimento resistenziale, rifocillando i combattenti che ne avevano bisogno, la loro casa era inoltre luogo d’incontro per partigiane che si scambiavano informazioni e messaggi.
Paolo però viene denunciato e consegnato ai mercenari cosacchi che combattevano al fianco dei nazifascisti. Dopo l’arresto, su disposizione della Sipo di Trieste (Sicherheitspolizei - Polizia di Sicurezza), tra il 2 e il 4 febbraio 1945 è deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. All’arrivo, il giorno 7, gli è assegnato il numero di matricola 126663, come deportato per motivi precauzionali (SCH-Schutzhäftlinge). Tenuto in quarantena fino al 21 febbraio, viene trasferito prima al sottocampo satellite di Perg, poi a quello di Amstetten. Gli americani liberano i campi il 5 maggio e De Caneva è ricoverato nell’ospedale americano per malnutrizione grave e tenuto in osservazione per tubercolosi. Muore il 23 maggio 1945, sepolto in uno dei cimiteri allestiti dagli alleati.
De Caneva è stato riconosciuto “Partigiano combattente” dalla Commissione regionale triveneta per la sua attività nel movimento resistenziale dal 4 luglio al 31 agosto 1944 col grado di Sottotenente come Comandante di Compagnia e poi di Battaglione, dal 1° settembre, col grado di Tenente (https://partigianiditalia.cultura.gov.it/persona/?id=5bf7e43f39112f2724582420).
Dall’inizio degli Anni ’60 uno spazio all’interno del Memoriale di Mauthausen è adibito a cimitero e vi sono state traslate le salme esumate sia dai cimiteri americani di Mauthausen e Gusen, sia dalle fosse comuni lasciate dalle SS. Nel settore II, tra le baracche 16 e 19, sono ancora oggi sepolti oltre 14.000 Caduti, molti di nazionalità italiana. Tra questi presumibilmente riposa anche Paolo De Caneva.
D.D.P.