"Condividiamo le preoccupazioni e le posizioni assunte dall’Associazione Nazionale Magistrati sul merito della riforma della giustizia"
"Il punto di forza della Costituzione e del costituzionalismo democratico è nell’equilibrio fra i poteri dello Stato: l’autonomia e la distinzione dei poteri ne sono il fondamento.
La separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti può avere gravi conseguenze sull’indipendenza della Magistratura e sulla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, rischiando di compromettere l’autonomia del pubblico ministero, rendendolo più vulnerabile alle pressioni del potere politico e alterando il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato. Per di più non migliora il sistema giudiziario, ma lo espone a rischi enormi. Non garantisce maggiore imparzialità del giudice, non velocizza i processi, non risolve i veri problemi della giustizia italiana.
Con la riforma viene messo a rischio anche il principio della l’obbligatorietà dell’azione penale, sancita dall’articolo 112 della Costituzione. Questo principio garantisce che i magistrati inquirenti non possano decidere discrezionalmente quali reati perseguire, evitando che le indagini siano condizionate da interessi politici o economici e/o di favore.
Se venisse introdotta una struttura di autogoverno separata dal Consiglio Superiore della Magistratura, come ipotizzato dalla riforma, il PM potrebbe diventare sempre più dipendente dalle direttive del potere politico.
C’è da anni un crescente processo di delegittimazione della magistratura, con attacchi diretti ai magistrati che hanno indagato su esponenti politici o su temi sensibili come l’immigrazione e la corruzione.
A questo si aggiunge la tendenza a introdurre nuove fattispecie di reato o inasprimento delle pene, come avviene nel caso della cosiddetta “legge sicurezza” che oggi è in discussione alla Camera e che è un segno allarmante di involuzione autoritaria.
Una vera riforma della giustizia, dovrebbe essere impostata su significativi investimenti nelle risorse umane e tecnologiche, sullo snellimento delle procedure, sulla riduzione dell’arretrato processuale. Dissentiamo profondamente da riforme che minano l’autonomia della magistratura e il principio di legalità.
La Giustizia deve rimanere libera da ogni condizionamento politico. Solo così possiamo garantire ai cittadini un sistema giudiziario equo, efficiente e indipendente.
Per queste ragioni condividiamo le preoccupazioni e le posizioni assunte dall’Associazione Nazionale Magistrati sul merito della riforma della giustizia"
Il Presidente nazionale ANPI
I Vice Presidenti nazionali
La Segreteria nazionale