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Libertà sulla Maiella

di Uys Krige, ed. Vallecchi, 1965, pp.280

L’Autore, nato in Sud Africa, viaggiò a lungo in vari paesi europei, alternando l’attività giornalistica e letteraria con svariati mestieri. Durante la seconda guerra mondiale fu corrispondente di guerra in Kenia, in Etiopia e Nord Africa, finché fu fatto prigioniero dai tedeschi nel 1941 e consegnato agli italiani che lo internarono a Sulmona, dove per un anno riuscì a diffondere un giornale clandestino. Nel settembre del 1943 fuggì dal campo e per mesi fu alla macchia sugli Appennini.
Il libro è la storia (una cronaca in presa diretta) di questa esperienza (titolo originale: “The Way Out”).
Un racconto, dunque “ritrovato”: nel quale le traversie di Krige si incrociano con la Resistenza in Abruzzo e con il Gruppo “Patrioti della Maiella” (Medaglia d’oro - Decreto Presidenziale del 14 novembre 1963). Un libro che è forse una delle più importanti testimonianze del mondo anglosassone su quanti, membri dell’esercito italiano, partigiani, contadini e pastori si prodigarono – a rischio della propria vita e di quella di interi villaggi – per aiutare gli alleati prigionieri a sfuggire ai tedeschi. Un appassionato rendiconto di vicende meno conosciute, ma significative della Resistenza nel nostro Paese, piene di umanità e di fratellanza che unirono, nella bufera di quei mesi, uomini di lingue e nazionalità diverse. Tanti di quei prigionieri (inglesi, americani, francesi e di altre nazionalità) poterono così salvarsi dalla deportazione in Germania, dopo l’8 settembre, soprattutto per l’attiva partecipazione della nostra popolazione e in particolare di quella della terra d’Abruzzo.