L’altra Resistenza. I militari italiani internati in Germania
di Alessandro Natta, Mondadori editore, 1997, pp. XXXIV - 145
“Quanti sotto il profilo storico e politico, hanno studiato e scritto della guerra di Liberazione non hanno espresso dubbi sulla legittimità di inserire nella storia della Resistenza la lotta degli internati nei campi di concentramento, e un qualche cenno, una qualche attenzione hanno in realtà dedicato all’odissea degli oltre 600.000 italiani gettati dalla vicenda dell’armistizio del settembre 1943 nei lager tedeschi. Se non altro perché nella prigionia si concluse la prima rapida e tragica ribellione antitedesca della Resistenza, quella rivolta di una parte dell’esercito che dall’Egeo alla Corsica, dalla Grecia alla Francia, dall’Albania alla Jugoslavia indicò immediatamente la possibilità e l’esigenza di una lotta del nostro popolo contro il nazifascismo e la Germania hitleriana”, così l’incipit di queste pagine.
Nel 1954 Natta si accinse a rievocare la vicenda della prigionia, spinto da un preciso intento “politico”: ricordare, a pochi anni dalla fine del conflitto, la determinante “resistenza” dei militari italiani internati in Germania. Ma in quegli anni non parve “editorialmente” opportuno pubblicare un libro simile.
Un libro che, come sottolinea Enzo Collotti nell’introduzione, nonostante i quattro decenni passati dalla sua stesura, nulla ha perso in freschezza, lucidità, incisività, nel raccontare la storia dei seicentomila italiani che hanno realmente resistito al nazifascismo, rifiutando di aderire alla Repubblica di Salò e di lavorare per il Reich.
Alessandro Natta ha compiuto gli studi alla Scuola Normale Superiore di Pisa (1936-1941). Chiamato alle armi nel 1941 e inviato nel 1942 nell’isola di Rodi. Dopo l’armistizio fu fatto prigioniero dai tedeschi. È stato deputato per dieci legislature (dal 1948 al 1991). Stretto collaboratore di Enrico Berlinguer, gli succedette alla guida del partito dal 1984 al 1988. Ha diretto “Critica Marxista” e “Rinascita”.