Roma alla macchia
a cura di Mario Avagliano, Avagliano Editore, 1997, pp.173
Questo libro raccoglie gli interventi di storici, di partigiani, di ex combattenti e di giornalisti al convegno su “La Resistenza romana e partigiano Tevere”, tenutosi a Roma il 19 dicembre 1996, per iniziativa dell’Associazione Nazionale Miriam Novitch, in occasione del centenario della nascita del generale dell’Aeronautica Sabato Martelli Castaldi, medaglia d’oro della Resistenza.
In premessa, Mario Avagliano scrive che c’è un filo comune che lega i ricordi personali di chi fu protagonista della guerra di Liberazione e i contributi di chi se n’è occupato da studioso: la considerazione che la lotta dei partigiani romani – monarchici e comunisti, cattolici ed ebrei, liberali e socialisti, militari e senza tessera – non fu un mito coltivato nel dopoguerra ma fu un fenomeno reale, con salde radici popolari e un forte sentimento patriottico.
Come rileva Pietro Scoppola, il dato comune a tutto il Paese è stato “un intenso coinvolgimento nella vicenda drammatica della seconda guerra mondiale e una intensa partecipazione alla Resistenza in forme diverse, del Sud come del Nord, come del centro Italia, come delle Valli Alpine”; e con un respiro internazionale, come osserva Giuseppe Vacca.
Testimonianze tangibili sono le storie e i nomi che risaltano da queste pagine: il colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo e il suo “Fronte Militare Clandestino” (l’Autrice dell’intervento propone per la prima volta il prospetto dell’organizzazione, n.d.r.); il professore di filosofia Gioacchino Gesmundo e i suoi “discepoli”: Giuseppe Felici, Silvio Serra e Giorgio Labò; le “mamme-coraggio” protagoniste della rivolta del pane: dieci furono fucilate davanti al mulino del forno Tesei a Roma, dai nazisti che le avevano sorprese ad assaltarlo, insieme a un centinaio di donne, per prendere un po’ di farina e qualche pezzo di pane; la tragedia degli ebrei romani descritta con commozione dal rabbino Umberto Sciunnach; i partigiani “con le stellette”; i generali Sabato Martelli Castaldi (nome di battaglia “Tevere”) e Roberto Lordi, con il singolare percorso dai vertici dell’aviazione alla guerra di Liberazione.
Così, insieme a storie e a nomi conosciuti, emergono anche particolari e notizie inediti su personaggi e su episodi dimenticati o ignorati. Contributi originali che, come osserva Tullia Zevi nella sua testimonianza, gettano “una luce nuova sulla guerra di Liberazione”, dimostrando che fu un movimento vasto e articolato.
Seicentomila, tra ufficiali e soldati, pagarono con la prigionia in Germania la scelta di non arruolarsi nella Repubblica di Salò; a Roma e nel Lazio, accanto ai partiti, che poi diedero vita alla Repubblica, ci furono anche formazioni autonome di militari e civili, animate solo dall’amor di patria e movimenti non inquadrati nel Cln. Ci furono anche episodi poco indagati, come la battaglia di Monterotondo. Memorie da approfondire, dunque, da divulgare e da tramandare; perché è la verità che rende liberi.
In apertura al libro è riportato il saluto dell’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro: “Il ricordo grato e affettuoso della Medaglia d’oro della Resistenza Generale Sabato Martelli Castaldi, promosso dall’Associazione Miriam Novitch, è di grande valore per i superstiti delle persecuzioni naziste riuniti per rievocare il grande esempio di chi per la libertà e per la patria donò la vita. È giusto e doveroso presentare ai giovani questo modello di virtù morali e civili in tempi come questi tanto bisognosi di ideali veri e permanenti”.