Una costituzione viva. Vivissima
di Oscar Luigi Scalfaro, Cittadella Editrice, 2012, pp.126, euro 12,00
In queste pagine, in libreria dopo poche settimane dalla sua scomparsa, Oscar Luigi Scalfaro, Presidente emerito della Repubblica, ripercorre con lucidità le tappe che hanno portato all’elaborazione del testo della Carta Costituzionale, riflettendo sul clima che ha caratterizzato i lavori.
È una storia ricostruita dall’interno che, partendo dagli eventi fondanti (la lotta di Liberazione e la nascita della Repubblica), ci introduce gradualmente nella comprensione della Carta. Della quale sono messi in evidenza i capisaldi antropologici ed etici che ne costituiscono l’impianto: dal primato della persona alla centralità del lavoro; dalla giustizia sociale all’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge; dal diritto alla libertà di pensiero e di religione al ripudio della guerra. Una testimonianza diretta di avvenimenti e di persone che hanno segnato, fin dall’inizio, la storia della nostra Repubblica. Non manca la messa in evidenza di questioni delicate, come quella contenuta nell’art.7, riguardante il Concordato del 1929, e la legge di riforma della Costituzione, approvata dal Governo Berlusconi, poi bocciata dal referendum popolare del 2006.
Su quest’ultimo problema, comunque, Scalfaro ritiene possibile una riforma, a condizione, però, che avvenga senza sperequazioni tra le regioni italiane, o esautorazione del Parlamento, o perdita totale dei poteri del Presidente della Repubblica.
Dopo il settennato al Quirinale, Scalfaro, diventato Senatore a vita, ha profuso un grande impegno nella difesa della Costituzione repubblicana. E questo pamphlet è la sua ultima testimonianza, ricordandoci che questa Costituzione è “Forte e buona. Viva, vivissima”. E che ha la possibilità di essere, come lo è stata finora, il perno della vita del popolo italiano.
A conclusione delle sue riflessioni, scrive: “Non mettiamola mai a repentaglio la nostra Costituzione. Certo, anche lei chiede a noi qualche cosa. È costata lacrime e sangue quando con la caduta del fascismo e con l’8 settembre il nostro popolo ha fatto rinascere la democrazia, quando questo patrimonio di sofferenze, maturato nella guerra di Liberazione, ha portato alla Repubblica, alla Costituente, alla Costituzione. Questo patrimonio non può essere perso. Mai. Non è storia da mettere in archivio. La difesa della libertà del cittadino, la difesa della libertà di un popolo è all’ordine del giorno, quotidianamente. Questa Costituzione chiede soprattutto ai giovani, ma non solo a loro, di essere conosciuta. Bisogna sapere bene quali sono i diritti e i doveri, per lottare per i diritti, prima quelli degli altri e poi i nostri; per lottare per la libertà, prima quella degli altri e poi la nostra. Questa Costituzione chiede a tutti, ma ai giovani in particolare, di essere amata per poterla vivere, per poterla servire, perché ci sia libertà, giustizia e pace. Per noi e per il mondo”.
Il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, ricordando la figura di Scalfaro, ha scritto che fino all’ultimo non risparmiò le sue energie per la difesa della Costituzione e, con essa, “la Resistenza, che ne è la radice storica e morale. In occasione del giuramento, il 28 maggio 1992, egli rese omaggio agli uomini e alle donne che parteciparono alla lotta di Liberazione. I quali non potettero votare la Costituzione, ma la pagarono con la vita. Non dimentichiamolo mai”. La consapevolezza del valore di quel periodo della nostra storia, conclude Zagrebelsky, ci induce a sentire “un debito di affetto e di riconoscenza per il Presidente Scalfaro”(1).
(1) “La Costituzione come bandiera”, di Gustavo Zagrebelsky, “la Repubblica” (30 gennaio 2012).