Formia tra Fascismo e Democrazia
di Alessia Isernia, Edizioni Odisseo, 2011, pp.215, euro 12,00
Una agile analisi del percorso storico e politico verso la democrazia in una città di provincia (Formia) che, con la sua specifica realtà periferica, risulta esemplificativa del sistema socio-politico del Sud italiano.
L’Autrice (laureata in Storia dei Movimenti e dei Partiti Politici) articola il volume in quattro parti: “Il fascismo a Formia”; “La violenza alleata e nazista lungo la Linea Gustav”; “Il dopoguerra e la ripresa della politica”; “Il 18 aprile 1948”.
Nel saggio, in particolare, è evidenziato che l’antifascismo formiano si espresse quasi solo entro le aule del locale liceo “Vitruvio”, dove insegnarono Pilo Albertelli e Gioacchino Gesmundo, educando schiere di giovani al culto della libertà.
Entrambi finirono nelle Fosse Ardeatine.
Nella lapide a Roma (via Sambucuccio d’Alando,19/a) che ricorda Pilo Albertelli (Comandante delle formazioni del Partito d’Azione in Roma) è scritto: “Professore di filosofia/insegnava ai giovani/la fedeltà socratica/alla verità e al dovere”.
Allievo di Giuseppe Lombardo Radice, di Pietro Silva e di Guido De Ruggiero, Gioacchino Gesmundo era professore di storia e filosofia al liceo Cavour di Roma. Dopo l’Armistizio fu a capo del movimento che riuscì a impedire l’inizio delle lezioni da parte dei professori collaborazionisti. La sua casa fu punto di riferimento per la lotta resistenziale a Roma. Fu arrestato dai tedeschi il 29 gennaio 1944. Il 24 marzo fu processato dal Tribunale militare di guerra tedesco: condannato a morte, finì nelle Fosse Ardeatine.