Garibaldi e Herzen
Leone Ginzburg, Castelvecchi (2015), pag.56, Euro 9,00.
In questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1932 sulla rivista “La Cultura” di Benedetto Croce, sono approfonditi i rapporti intercorsi tra Giuseppe Garibaldi e lo scrittore russo Aleksandr Herzen (Mosca 1812-Parigi 1870).
Ginzburg, nel ricostruire gli incontri e l’amicizia tra i due, si sofferma, in particolare, sul ruolo che Herzen ebbe nella riconciliazione tra l’Eroe dei Due Mondi e Giuseppe Mazzini. Efficaci sono, poi, le pagine dedicate alla posizione del governo sabaudo e di Vittorio Emanuele II, nei confronti di Garibaldi e di Mazzini. Ginzburg evidenzia anche la vicenda che nel 1864 vide protagonista l’uomo politico inglese James Stanfeld, Lord dell’Ammiragliato. A causa del suo rapporto con Mazzini, che aveva difeso ai Comuni, fu costretto a lasciare l’incarico.
Chi era Herzen? Scrittore russo, appartiene più alla storia politica che a quella letteraria. In gioventù, dagli studi di scienze fisiche e matematiche, era passato a quelli filosofici (Hegel, Schopenhauer, Saint-Simon, Proudhon). Un compendio dei suoi approfondimenti è nelle memorie scritte tra il 1852 e il 1855, continuate a più riprese e pubblicate nel 1867 (titolo: “Passato e pensieri”).
Condannato nel 1834 al confino per avere costituito un centro di diffusione del socialismo di Saint-Simon, nella lunga relegazione, riflettè sull’esperienza rivoluzionaria francese, affinando la propria ideologia. Nel 1840, tornato a Mosca, cominciò a diffondere il suo pensiero, attraverso una serie di racconti. I vari temi affrontati (servizio della gleba, condizione femminile, arretratezza economica e sociale della Russia), furono ripresi, con maggiore incisività nel 1847 nel romanzo “Di chi la colpa?”, in cui compare il personaggio dell’uomo superfluo, intuito da Puškin e ripreso da quasi tutti i romanzieri russi dell’Ottocento.
L’uomo superfluo è il nobile (o l’intellettuale) che non riesce a sentirsi in pace con il mondo che lo circonda, che vagheggia una vita migliore, ma non riesce a concretizzare la sua velleità riformatrice e assiste sgomento alla sua rovina e a quella del suo paese.
Il tema dell’uomo superfluo fu ripreso da Herzen in uno scritto politico del 1851 (“Du développement des idées révolutionnaires en Russie”) che descrive l’evoluzione della letteratura russa da un punto di vista sociologico.
Il romanzo “Di chi la colpa?”, “attenzionato” dalla polizia, costrinse Herzen a emigrare. Dapprima a Parigi, poi in Svizzera e in Italia; infine, a Londra, nel 1852. Propugnatore di importanti riforme sociali, in parte sotto l’influenza di Bakunin, rifuggì peraltro da ogni forma di violenza rivoluzionaria. Assecondò idealmente l’insurrezione del 1848 in Francia e quella polacca del 1863.
A Londra pubblicò una rivista di contenuti sociali (“La campana”, dal 1857 al 1861) e un almanacco (“La stella polare”); composti in carattere cirillici, erano spediti clandestinamente in Russia, per ispirare e incoraggiare il movimento riformatore.
Leone Ginzburg (1909-1944). Letterato ed esponente dell’antifascismo e della Resistenza. Nel 1934 subì una prima condanna dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Durante la guerra fu confinato a Pizzoli. Liberato, dopo il 25 luglio 1943, si trasferì a Roma continuando la lotta politica e dirigendo “Italia libera”, organo clandestino del Partito d’Azione. Ma nel novembre dello stesso anno venne di nuovo arrestato. Nel febbraio dell’anno seguente, per le torture subite, morì nel carcere di regina Coeli.