Voci dal lager
a cura di Mario Avagliano e Marco Palmieri, Einaudi, 2012, pp.XLIV-419, euro 14,00
La storia dei deportati italiani che finirono nei lager nazisti per motivi politici (contraddistinti con un “triangolo rosso”), in quanto componenti di gruppi partigiani, antifascisti o resistenti civili, è stata in larga parte dimenticata. Questo libro ricostruisce la loro vicenda e quella dei lavoratori coatti, attraverso le loro scritture private: lettere e diari. Molti erano di Roma, come i deportati del 4 gennaio 1944 del carcere di Regina Coeli, destinazione Mauthausen, o “rastrellati” del quartiere “ribelle” del Quadraro.
Sul “Corriere della Sera” (17 gennaio 2012), presentando il libro, Aldo Cazzullo ha scritto: “Una parte della storiografia fa tuttora fatica a considerare i deportati e i prigionieri politici (nonché gli internati militari) come protagonisti a pieno titolo della Resistenza e della guerra di Liberazione, al pari dei partigiani che combatterono nelle città, sulle montagne o all’estero, nonostante il collegamento diretto tra gli uni e gli altri, che risulta evidente anche dalle lettere e dai diari proposti nel saggio di Avagliano e Palmieri.
E se ciò poteva essere comprensibile nell’immediato dopoguerra, quando la Resistenza era considerata esclusivamente come una guerra militare e armata, lo è molto meno oggi, dopo gli studi che hanno analizzato e riportato in piena luce la rilevanza della Resistenza cosiddetta civile e senz’armi in tutta Europa”.
I molti libri pubblicati negli ultimi anni su questo argomento confermano l’apprezzamento per questa antologia, che contribuisce a dare agli italiani la consapevolezza di popolo che sa affrontare le vicende dolorose, con coraggio e dignità.