Unioni civili: un passo avanti sui diritti
Bisogna riconoscere che finalmente, con l'approvazione della legge, almeno in un ramo del Parlamento, l'Italia ha fatto un passo avanti, cercando di allinearsi con i tanti Paesi che l'hanno preceduta sull'avvio del riconoscimento delle unioni civili.
Non si può che essere soddisfatti; con qualche rimpianto, però, per le parti “eliminate”, come l'adozione e come quell'assurda esclusione del vincolo della fedeltà, che può ormai avere anche solo un valore simbolico, ma se lo ha, deve averlo per tutti. Un rimpianto anche per i modi. Alla soluzione cui si è pervenuti, si poteva e doveva arrivare in altra maniera senza voti di fiducia (in materia di diritti civili!) e senza stravaganti alleanze.
Ma tant'è, questi sono i guai della politica, come osservava anche il prof. Ainis, sulle colonne del Corriere. Adesso, bisogna che la legge venga approvata in fretta anche dall'altro ramo del Parlamento e che si mettano subito in cantiere le “opere di riparazione”, quelle rinviate a “ottobre” e quelle ingiustamente soppresse. Sono materie che suscitano contrasti, come è comprensibile, specie in un Paese come il nostro; ma bisogna riuscire a distinguere tra convinzioni e pregiudizi. Le prime sono rispettabili; i secondi vanno sconfitti.
C'è da augurarsi che intanto siano la società e la Magistratura a cogliere gli aspetti più civili e progrediti della legge ed a provocare ulteriori consensi, nel processo inarrestabile di avanzamento di una insopprimibile realtà, quella dei diritti civili.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi