Milano: vietare l'apologia del fascismo
Insopportabilmente puntuale, a Milano, anche ques'anno i nostalgici di ogni tipo si preparano a ricordare a modo loro il 29 aprile, giorno in cui nel 1975, venne brutalmente ucciso Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano), all'epoca diciottenne studente all'ITIS “Ettore Molinari”.
Per questa ragione l'ANPI Provinciale di Milano e la Camera del Lavoro hanno presentato al prefetto e al questore un esposto riguardante, in particolare, il ripetersi, in piazzale Susa, "di una vera e propria parata paramilitare con l'utilizzo e la magnificazione di simboli neonazisti e neofascisti".
Naturalmente - si rileva - non si vuole mettere in discussione il fondamentale principio di libertà di manifestare il proprio pensiero, sancito dall'articolo 21 della nostra Carta Costituzionale. È altresì vero, tuttavia, che tale principio incontra limiti ben precisi costituiti dalle leggi Scelba, Mancino e dai principi della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, laddove si risolva, come nel caso citato, nella aperta apologia di fascismo.
"Confidiamo, quindi- sottolinea un comunicato di Roberto Cenati, Presidente ANPI provinciale di Milano - nella messa in atto, da parte delle autorità competenti, di tutti gli strumenti atti ad evitare che si debba assistere a Milano, città Medaglia d'Oro della Resisteza, a manifestazioni di palese apologia di fascismo che offendono la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà".