Un prete negazionista, per il funerale del boia di Roma
Un prete lefebvriano, negazionista, per il funerale del boia di Roma, Erich Priebke. È stato questo il degno finale di un nazista torturatore, mai pentito, che anche da morto ha seminato odio e violenza.
Per il funerale era stato scelto il Comune di Albano. Una scelta inaccettabile per il sindaco e per l'intera comunità.
Già, Albano è la città del partigiano ebreo Marco Moscati, assassinato proprio da Priebke.
Ma è anche la località che ospita una chiesa dei padri lefebvriani, conservatori e reazionari, tra cui don Floriano Abrahamowicz, amico e sodale di Priebke.
Ma non è stato sufficiente il no del sindaco.
La sua opposizione è stata superata d'imperio dal prefetto di Roma.
Esequie che si sono svolte tra insulti e cori di boia chi molla. Com'era prevedibile, uno spettacolo indegno per una democrazia nata dalla Resistenza.
Rimane ancora da stabilire dove avverrà la tumulazione. Dopo una cascata di rifiuti e l'ipotesi di un comune del messinese, Fondachelli Fantina. Tant'è che il coordinamento dell'Anpi Sicilia già in mattinata aveva diffuso un comunicato che aveva per titolo: “La salma del criminale nazista Erich Priebke non deve essere seppellita in Sicilia”.
Ma poi comincia a circolare l'ipotesi che la salma di Priebke venga cremata a Roma.
Ma poi colpo di scena. Nella notte il feretro viene portato all'areoporto militare di Pratica di Mare. Destinazione Germania? No, rispondono le autorità tedesche.
Insomma alla triste storia non c'è ancora la parola fine.
L'unica nota positiva è che mentre avveniva il funerale del boia di Roma al Senato si trovava una larga convergenza attorno alla decisione di introdurre nel quarto comma dell'articolo 414 del codice penale il reato di negazionismo.
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