Savona ha dimenticato Sandro Pertini?
Savona, città di Sandro Pertini (nato a Stella San Giovanni in provincia di Savona), non ha mai ricordato il Presidente partigiano con la nomina di una via o una piazza.
Nel 2011 l'Anpi aveva riproposto la questione all'Amministrazione comunale chiedendo che a Pertini venisse intitolata una parte di corso Italia (strada del centro storico, un'isola pedonale molto freguentata, dove, tra l'altro, c'è un ingresso del Palazzo comunale).
La proposta prevedeva che tale operazione venisse completata in tempo utile per chiedere la partecipazione del Presidente Giorgio Napolitano, all'inaugurazione e, nella stessa giornata, ad un convegno sulla vita di Sandro Pertini (la Lega delle Cooperative della Liguria ha poi organizzato a Savona un convegno, molto partecipato e molto apprezzato dai savonesi, per presentare un libro contenente la tesi di laurea di Sandro Pertini incentrata sulla cooperazione).
A fronte della proposta dell'Anpi, l'Amministrazione comunale rispondeva che aveva in itinere un progetto per ristrutturare un'area del prolungamento a mare, depositarvi un opera artistica e dedicare il tutto a Pertini in tempo utile per la presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
La conclusione? Che i tempi sono saltati, i lavori sono fermi e non è dato sapere se (e quando) riprenderanno.
Quindi la questione si è riaperta e nel dibattito si è inserito il PSI savonese con la proposta di intitolare a Pertini l'attuale via Stalingrado (via periferica, freguentata principalmente da veicoli); la proposta è stata appoggiata dal Centro Panunzio che, pur riconoscendo che la via era un ricoscimento della battaglia che segnò l'inizio della fine del nazismo, non perdevano occasione per fare un pò di anticomunismo.
Rimane il fatto che l’assenza di una via dedicata a Sandro Pertini a Savona sia una mancanza grave, irrispettosa anche della storia della città.
La proposta di intitolare a Pertini via Stalingrado così entusiasticamente condivisa dal Centro Pannunzio diretto dal prof. Quaglieni? Francamente - spiegano all'Anpi - lascia perplessi.
"Tralasciamo i problemi pratici (dovrebbero cambiare indirizzo moltissimi residenti e attività commerciali; sarebbe meglio, allora, intitolare a Pertini un tratto di Corso Italia, dove si trovano pochi residenti e qualche attività commerciale, come già proposto dal Comitato Cittadino per la Resistenza Antifascista); ciò che non convince è la volontà di rimuovere dalla toponomastica cittadina la memoria della battaglia di Stalingrado, «pietra miliare» della storia, decisiva per la sconfitta nazifascista nella seconda guerra mondiale.
Questo evento, non Stalin, è ricordato dal nome della via, come correttamente scrive il prof. Quaglieni, che tuttavia prosegue il suo
ragionamento senza tenerne conto ed evocando «terrore, purghe, Gulag, stragi».
Eppure ci fu chi, senza essere stalinista né comunista, associò alla parola "Stalingrado" questa riflessione: «Signori, voi tutti ricorderete
le ore angosciose che abbiamo vissuto quando la valanga nazista si rovesciò sull'Unione Sovietica. Le armate naziste già scorgevano le torri del Cremlino e le vette del Caucaso. Ebbene, noi sentivamo che se, per dannata ipotesi, fosse crollata l'Unione Sovietica, con l'Unione Sovietica - non dimenticatelo voi che mi ascoltate - sarebbero crollate tutte le speranze di un trionfo della libertà sulla dittatura nazifascista. In quel momento sentivamo che uomini di tutti i credi politici trattenevano il respiro consapevoli che la loro sorte era legata alla sorte di Stalingrado. E Stalingrado diventò la Valmy della Rivoluzione d'Ottobre e al mondo attonito offrì il miracolo di una strepitosa vittoria, sotto la guida di Stalin. Allora comprendemmo che da Stalingrado aveva inizio la vittoria delle armi democratiche contro le armi della barbarie!».
Queste parole - ricordano all'Anpi - come la definizione succitata di Stalingrado come «pietra miliare», sono di Sandro Pertini (intervento al Senato del 6 marzo 1953). Chi ha a cuore la sua memoria farebbe bene a tenerne conto e a continuare a lottare perché Savona la celebri, senza per questo cancellare il ricordo, che dovrebbe essere condiviso da tutti gli antifascisti, di ogni parte politica, della resistenza e del sacrificio compiuti allora dal popolo sovietico anche per la libertà di quello italiano.