"Ribelli come il sole"
Provare a spiegare a dei ragazzini delle scuole medie cosa siano state, e cos'abbiano significato, le famose barricate di Parma del 1922 contro i fascisti è meno facile di quanto si possa immaginare.
Gli adulti spesso sono supportati da un bagaglio di informazioni su cosa sia stato il Ventennio, lo squadrismo prima e alla dittatura poi, il percorso in salita – anche di fatto – della Resistenza. Con dei giovani studenti invece si deve cercare di far comprendere un'intera epoca, di farli immedesimare nella paura, nell'esasperazione, nell'orgoglio.
Ecco che dunque l'insegnante, lo storico, si deve fare narratore.
Avevamo lasciato il fumettista e illustratore Gianluca Foglia, in arte "Fogliazza", sul palco di 'Memoria indifferente', uno spettacolo nato dalla sua necessità di raccontare a disegni e parole l'incontro con alcune donne partigiane. Un esperimento, per lui che gli attori li aveva solo conosciuti da spettatore, perfettamente riuscito e che gli ha lasciato il desiderio, e il gusto, di continuare a 'trasmettere' la storia antifascista per renderla attuale, viva, affinchè i giovani vi si possano riconoscere una volta grandi, una volta alle prese con il mondo fuori dalle mura domestiche.
Nasce così "Ribelli come il sole", dedicato alle barricate, la sua nuova narrazione teatrale dove immancabili sono le illustrazioni.
Gianluca è di Parma, ed è cresciuto sentendo parlare di quel lontano 1922, quando a 10.000 fascisti comandati da Balbo venne impedita la "marcia" su Parma da 300 arditi. Una storia che sa di leggenda tanto è improbabile, che Gianluca si è accorto essere poco conosciuta al di fuori della città emiliana e anche lì poco nota nei suoi dettagli, quelli che fanno la differenza, quelli che fanno l'esempio. Nel 2012 poi ricorreva il 90° anniversario, si doveva fare qualcosa e soprattutto qualcosa di diverso.
Il punto cruciale però, una volta colta la mancanza, era come intervenire, come rendere la tenacia dell'Oltretorrente – il borgo protagonista delle barricate – in maniera comunicativa, come rendere la sproporzione in campo.
Il "campo", appunto.
Gianluca pensa al quartiere come ad un campo da calcio dove una squadra di undici elementi, perfettamente allenati ed equipaggiati: i fascisti, viene sconfitta da un solo giocatore-portiere, per di più senza un braccio: il popolo dell'Oltretorrente. Undici contro mezzo.
E chi può essere il protagonista tramite cui raccontare un fatto storico sotto queste mentite spoglie, se non un ragazzino innamorato del calcio? Ecco così che Fogliazza racconta questo sogno innocente di un quattordicenne: Gino, detto Soghèt.
“Solitamente - scrive Fogliazza -si riduce la storia delle Barricate a Guido Picelli protagonista, ma per un ragazzo dalla quinta elementare in sù un adulto come Picelli è già troppo "distante", difficile identificarsi. Si corre così il rischio di insegnare la storia come un monumento o una celebrazione stantia, noiosa. Gino – afferma - è un ragazzino comune, nel quale i coetanei di oggi possono immedesimarsi”.
Lo spettatore di "Ribelli come il sole" viene accolto, come da stile Fogliazza, da una scenografia essenziale: un tavolo (sul quale è fissata una telecamera che proietta su un telo), una palla di stracci e una di cuoio d'altri tempi, sedie per i musicisti (Emanuele Cappa Enrico Cossu, Maurizio Geri). Ci si siede e ci si fa cullare fra i ricordi di come in quegli anni lontani si giocava scalzi fra le vie, di come ci si barcamenava fra un lavoro incerto e la vita che scorreva, mentre Gianluca alterna parole ai disegni, eseguiti al tavolo in diretta per presentare i personaggi e renderli reali.
Attraverso gli occhi di Gino così, viene descritta la vita del popolo dell'Oltretorrente, di un popolo nel popolo, da sempre ribelle, pronto a difendere diritti e valori. E con il disegno che fa da tramite la suggestione e il coinvolgimento sono assicurati.
“Perché raccontare ai ragazzi?
Perché se la storia va bene per loro va bene anche per gli adulti, perché i ragazzi sono la maggiore ricchezza sulla quale investire, perché ci sono valori da trasmettere che possono evitare il rischio di un vuoto culturale che precede, sempre, qualunque crisi”.
Gemma Bigi
Info: www.ribellicomeilsole.blogspot.it