Piazza della Loggia: una strage impunita
Dopo la strage di piazza Fontana, anche quella di piazza della Loggia a Brescia che provocò 8 morti e più di cento feriti resta impunita. Assolti il generale Francesco Delfino, i neofascisti di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi, l’informatore del Sid Silvio Tramonte, per i quali i Pubblici Ministeri avevano chiesto l’ergastolo.
Trentotto anni dopo quel giorno di sangue e di terrore il Presidente della Corte d’Assise e d’Appello legge la sentenza di assoluzione, nella quale, come avvenne per i familiari di piazza Fontana, è contenuta la decisione di far pagare le spese processuali alle parti civili.
Manlio Milani, Presidente dell’Associazione dei familiari di piazza della Loggia che nel giorno della strage perse la moglie, Livia Bottardi, professoressa di Italiano, così commenta: “Le sentenze si possono non condividere, ma si accettano” e aggiunge: “Oggi trovo una beffa che i giudici abbiano deciso di far pagare le spese processuali ai familiari”.
Quest’assoluzione è solo l’ultima umiliante vittoria di un’attività sistematica volta a distruggere e depistare le indagini, cominciata la mattina della strage, il 28 maggio 1974, con il frettoloso lavaggio con idranti della piazza e la raccolta dei reperti ritrovati dopo l’esplosione buttati in una discarica. Si ripeté a Brescia quanto avvenuto il 12 dicembre 1969 a Milano, dopo piazza Fontana, quando vennero fatte esplodere le bombe ritrovate alla Banca Commerciale Italiana.
Brescia fu quindi il prototipo di una strategia di depistaggio sofisticata operata dai servizi deviati dello Stato per coprire i responsabili della strage.
Come per Piazza Fontana manca la verità giudiziaria, resta solo la verità storica.
Il dato storico acquisito è che la strage neofascista di piazza della Loggia è ascrivibile alla cellula veneta di Ordine Nuovo collusa con apparati dello Stato.
Ma nonostante l’amarezza provocata dalla lettura della sentenza, con la quale probabilmente si chiude con un bilancio fallimentare (resta solo per Brescia il ricorso in Cassazione), la pluridecennale stagione delle inchieste giudiziarie volte a individuare i responsabili delle trame nere, un dato comunque rimane. Esso è rappresentato dalla tenacia e dalla battaglia democratica degli inquirenti e delle parti civili che ci hanno trasmesso l’insegnamento più prezioso: vale comunque la pena lavorare per consolidare un corpo vivente di carte, prove ed immagini che hanno cercato e cercano di raccontare e documentare quanto avvenuto negli anni terribili della strategia della tensione.
Ai familiari di piazza della Loggia l’ANPI Provinciale di Milano, in questo doloroso momento, esprime tutta la sua solidarietà e vicinanza.