Basta con le targhe regalo ai condannati dalla storia
È una sorta di stupida rilettura vendicativa della storia. Che ignora la verità, talvolta anche il pudore. Sì, parliamo della triste moda di recuperare qualche protagonista del fascismo, più o meno noto, per tributarne tardivi onori per non si capisce che cosa. Andiamo a memoria, solo per citare i casi che hanno fatto più rumore, nel senso che hanno provocato così tante proteste e sdegno da "conquistarsi" ultimamente un posto tra i titoli dei giornali. Vediamo un po', questa estate a Cremona qualcuno voleva "ricordare " un cantante lirico in camicia nera che tanto per gradire si era pure arruolato tra i feroci repubblichini di Salò. Poi - ed è attualità di queste settimane - viene fuori il caso di Voghera dove la Giunta, ovviamente di centro destra autorizza la deposizione di una targa a ricordo. Di chi? Di sei fascisti che facevano parte della Brigata nera e addirittura della Sicherheits, ossia il battaglione speciale che operava al diretto servizio dei nazisti. Insomma, non proprio candidi giovinetti. Idem - è sempre storia di questi giorni - a Chioggia, dove i soliti nostalgici dopo aver conquistato le poltrone più alte del Comune, hanno pensato bene di qualificarsi regalando una targa a Giorgio Almirante, ossia quel segretario del Msi già tenente delle Brigate nere, funzionario di alto livello della Repubblica sociale, l'estensore del decreto della prefettura di Grosseto (17 maggio 1944) che semplicemente condannava a morte (esattamente alla fucilazione) chi non si fosse presentato alla chiamata di leva! Non vogliamo farla lunga, anche perché siamo sicuri che non mancheranno altri nostalgici emuli. Come hanno detto a Voghera si faccia "Per dignità, non per odio". Slogan azzeccatissimo, che peraltro è il nome che i democratici di Voghera hanno dato a un comitato che ha raccolto subito significative adesioni: dall'Anpi nazionale alle Acli, da Cgil, Cisl, Uil al Pd, dalla Federazione della Sinistra al Movimento Cinque stelle fino ad arrivare agli scout dell'Agesci. Condividiamo totalmente. E, sommessamente, consigliamo a sindaci e assessori che vogliono ricordare i "ragazzi" in camicia nera che forse non è il caso di continuare a camminare a testa indietro. La storia ha già dato il suo severo giudizio. Ed è senza appello. A modificarlo non sarà qualche targa-regalo, che - peraltro come gli uomini di mondo sanno - più che a ricordare serve solo a tentare di guadagnare qualche voto. (Mi.Urb.)