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"Incontri culturali in ANPI"

La Sezzione ANPI "Città di Udine" in collaborazione con la Sezione ANPI "Valli del Natisone"

invita a partecipare al secondo ciclo di

"Incontri culturali in ANPI"

giovedì 16 febbraio 2017 - ore 20.30

sede dell'ANPI Udine

presso l'ex caserma Osoppo - via Brigata Re, 29

lo spettacolo di letture

Vita dell'eroe popolare

MARKO REDELONGHI

Letture, in italiano e in sloveno, a cura della sezione ANPI Valli del Natisone-VZPI Nediške doline

Musiche e canti di Alessandra Kersevan e Giancarlo Velliscig

Saluto di Antonella Lestani, Presidente della sezione ANPI "Città di Udine"

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Marko Redelonghi nato a Pulfero nel 1912 e morto nel 1944 sui monti nei pressi del paese di Robedišce (attualmente in Slovenia). Antifascista della prima ora, fin dal 1942 aveva preso a collaborare con i resistenti sloveni, sino a quando, scoperto dalla polizia del regime, fu arrestato e mandato per punizione in Calabria nei “Battaglioni speciali”. Quando con l'armistizio quei reparti furono sciolti, Redelonghi tornò in Friuli e si aggregò alle formazioni partigiane slovene.

Per il coraggio e lo spirito di iniziativa dimostrati, nel gennaio del 1944 fu nominato comandante del 2° Battaglione sloveno-italiano della formazione “Brisko-Beneski” operativa sul Collio, che il 12 e il 13 marzo fu protagonista di un sanguinoso attacco all'aeroporto militare tedesco a Primulacco in Comune di Povoletto, che si concluse con la distruzione delle piste e di alcuni aerei da combattimento germanici.

Contro di lui ci fu una vera e propria caccia al'uomo da parte dei nazifascisti, i quali hanno saccheggiato il paese natio di Zapatocco in Comune di Pulfero e intimato la popolazione a svelare dove si rifugiava. Ma i suoi paesani tennero duro e non lo tradirono.

Il padre Bernardo fu fucilato nella piazza del paese dai nazifascisti, i quali torturarono ferocemente anche il fratello.

Ferito in un successivo scontro con i nazifascisti nei pressi di Caporetto, Redelonghi fu ricoverato all'ospedale che i partigiani avevano allestito a Tolmino e quando la struttura sanitaria fu circondata e accerchiata dai nazisti, il comandante della “Brisko-Beneski” guidò i partigiani che vi erano ricoverati in una estrema difesa, che si concluse con i massacro di tutti i ricoverati.

Redelonghi si sottrasse alla resa, sparandosi alla testa l'ultimo colpo rimasto nella sua pistola per non cadere in mano al nemico. Nel 1951, l'operaio antifascista friulano fu proclamato dal Presidente della Jugoslavia “Jozef Broz-TITO” “Eroe popolare della nazione.