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Film "I ragazzi venuti dal Brasile"

Martedì 3 aprile, alle ore 21,00, presso la sede ANPI di Santarcangelo di Romagna, in piazza Ganganelli 2 (portici comunali), proiezione del film "I ragazzi venuti dal Brasile", di Franklin J. Schaffner. Si tratta di un interessante thriller che trae linfa vitale da fatti storici realmente accaduti, salvo poi intraprendere una strada indipendente.

La storia infatti prende spunto dagli esperimenti di Josef Mengele, spietato scienziato che durante la seconda guerra mondiale, agli ordini di Hitler, compie innumerevoli esperimenti per la selezione della razza ariana, con l’intento perverso di trovare la ricetta per l’uomo perfetto. Nonostante la sua latitanza in Brasile, l’esaltato professore continua la sua personale battaglia e, per arrivare al suo obiettivo, sceglie 94 bambini e cerca di ricreare nelle loro vite le circostanza che ha vissuto il fuhrer nell’infanzia, in modo da riuscire a generarne eredi.

Tradizionale e ben architettata pellicola di genere drammatico/thriller che fonda la sua ottima riuscita sfruttando abilmente una geniale idea di base e sviluppandola senza troppi fronzoli ma sfruttando un cast di alto livello. Produzione adatta ad un pubblico attento ed interessato a storie originali ma non di pura fantasia. Pellicola-cineforum per una serata da cinecultori!

TRAMA

La storia prende spunto dagli esperimenti del dottor Josef Mengele, qui interpretato da Gregory Peck, il famigerato scienziato del Terzo Reich che, dopo avere compiuto atroci esperimenti nei lager nazisti, prosegue durante la latitanza in Brasile la sua operazione di "pulizia" della razza ariana.
L'idea del dott. Mengele è quella di "ricreare" Hitler: tale idea è considerata da lui possibile solo se si verificherà una serie di circostanze ben definite. Infatti, attraverso la clonazione del sangue e dei tessuti di Hitler, prelevatigli prima della morte, Mengele aveva fatto nascere 94 bambini geneticamente identici al Führer, affidandoli a famiglie accuratamente selezionate in vari paesi del mondo. Successivamente, alla data il più possibile precisa rispetto a quanto accaduto in realtà al vero Hilter, il padre di questi bambini dovrà morire di morte violenta.
A questo scopo Mengele assolda una squadra composta da ex nazisti e da giovani fanatici per compiere i 94 omicidi in quella che lui considera "una missione sacra in senso letale". I primi delitti vengono compiuti e questo fa pensare che la missione avrà successo, ma Ezra Lieberman (Laurence Olivier), il più famoso e accanito cacciatore di nazisti, insospettito dalla scomparsa in Paraguay di un giovane statunitense che era sulle tracce di Mengele, comincia a studiare e ad indagare su questi delitti, senza alcun aiuto dalla polizia che non lo prende sul serio.
Lieberman viene a scoprire, durante un interrogatorio in carcere a Frieda Maloney (Uta Hagen), una ex guardiana di lager, che esiste una lista delle famiglie che hanno adottato i 94 bambini e scopre che alcuni padri sono già morti in circostanze violente. I capi di quella che viene chiamata "l'organizzazione dei camerati" vengono a sapere che Lieberman sta seguendo le tracce della missione e, temendo che possa arrivare fino a loro, sospendono gli omicidi. Tuttavia Mengele, incapace di accettare la possibile fine del suo "sogno" ossessivo, decide di proseguire da solo, ma sulla sua strada troverà ancora Lieberman che, non senza fortuna, lo braccherà fino alla sua morte.
Soltanto un sinistro presagio rimane: uno dei cloni di Hitler, appassionato di fotografia - e che aveva avuto un breve dialogo con Mengele, prima di lasciarlo sbranare dai suoi cani, davanti agli occhi atterriti di Lieberman - sviluppando le istantanee che aveva scattato ai due vecchi moribondi, sorride in modo soddisfatto esclamando: "Però...". La stirpe del Führer è ancora viva.