Salta al contenuto principale

"Ricordando Leone"

"Ricordando Leone": questao il titolo della manifestazione che si svolgerà martedì 29 novembre a ricordo, nell'anniversario della morte, di Gin Bevilacqua. L'appuntamento è alle 17,30 nela Sala Rossa del Comune di Savona.

Giovanni Urbani ricorda Gin Bevilacqua. Seguirà esibizione dei "Liguriani".

ALCUNE NOTE BIOGRAFICHE DI GIN BEVILACQUA “Leone”.

Fra tutti quelli che hanno partecipato alla Lotta di Liberazione nel savonese, un posto di primo piano lo merita sicuramente Angelo “Gin” Bevilacqua. Tutta la sua vita è un esempio di onestà, di impegno e di fede negli ideali di libertà e democrazia.
Nasce ad Albisola Superiore il 2 Agosto 1895. Durante la Prima Guerra Mondiale combatte al fronte.
Al termine del conflitto viene assunto all’ILVA di Savona e, nel 1923, si sposa.
Iscritto al Partito Socialista è anche eletto Assessore al Comune di Savona durante l’Amministrazione social - comunista. Nel 1924 si iscrive al Partito Comunista d’Italia, Durante il fascismo svolge un intensa attività politica clandestina come responsabile di Sezione all’interno dello stabilimento ILVA.
Nel 1934 viene arrestato e il Tribunale Speciale lo condanna a 10 anni di reclusione da scontare nel carcere di Fossano, dove entra in contatto con numerosi iscritti al P.C.d’I. tra cui anche Umberto Terracini. Per sua fortuna, dopo soli tre anni, usufruisce del condono concesso per la nascita del principe Vittorio Emanuele e ritorna a Savona, dove si stabilisce presso un fratello e continua la sua attività clandestina occupandosi, con altri compagni, dell’informazione e della propaganda antifascista.

La mattina presto del 26 Luglio 1943, dopo che alla radio, la sera prima, era stata data la notizia della caduta di Mussolini, Bevilacqua è riunito, con tutto il Comitato Federale clandestino del P.C.d’I, nella Chiesetta di San Lorenzo per decidere uno sciopero e una grossa manifestazione da tenersi il giorno stesso in Piazza Mameli.
Quel pomeriggio sul palco, oltre all’avvocato Campanile, all’avvocato Astengo, a Piero Molinari (Vela) ed altri, vi è anche lui, Gin Bevilacqua. All’alba del 9 Settembre, mentre i primi soldati tedeschi occupano le zone nevralgiche della città, è ancora Bevilacqua che, assieme ad alcuni compagni, si impegna nel recupero di armi.
Il 25 Settembre, Gin Bevilacqua, insieme ad altri compagni, sale in montagna. È in continuo movimento: parte all’alba e arriva a sera inoltrata, raggiungendo i paesi e le case dei contadini con i quali, nonostante non abbia studiato, riesce con parole semplici e con opportuni esempi a spiegare la situazione politica, convincendoli a dare anche loro un contributo alla Lotta di Liberazione.
Impossibile sarebbe ora ricordare tutti gli episodi in cui la sua opera fu determinante.
Numerose sono le testimonianze di giovani Partigiani che avevano raggiunto i vari distaccamenti solamente per evitare la chiamata alle armi, ma ai quali era bastato un colloquio con “Leone” per capire di aver fatto la scelta giusta. Sempre calmo e sicuro di sé, Gin sapeva trascinare le persone, le sapeva convincere, motivare, entusiasmare. Era rispettato e benvoluto da tutti. Il 29 Novembre del 1944, al Comando della 5^ Brigata Garibaldi, giunge la notizia di un rastrellamento; “Leone” decide di raggiungere il Distaccamento “Nino Bori” formato da giovani ancora inesperti. Mentre cerca di prendere contatto viene catturato dalle Brigate Nere del tenente Ferrari. Durante l’interrogatorio che segue risponde con fierezza “sono Bevilacqua, operaio comunista, ispettore Garibaldino”.
Viene immediatamente fucilato, sul Monte Camulera, insieme ad altri cinque patrioti.
A Gin Bevilacqua viene intestata la Divisione Garibaldi della 2° Zona Partigiana Ligure.

Testo della motivazione con cui venne assegnata, alla memoria, la Medaglia d’Argento al Valor Militare a Angelo Gin Bevilacqua “Leone”:
“Combattente della Lotta Partigiana, fedele alla Patria ed animato da vivo amore per la Libertà, dimostrava sino dai primi giorni tempra impareggiabile di organizzatore. Animava la Resistenza della zona di Savona e, nel corso di numerose azioni dava belle e sicure prove di decisione e valore. Durante un duro rastrellamento condotto da soverchianti forze, cadeva in mani nemiche sul monte Camulera mentre, incurante del pericolo, si portava da una posizione all’altra per animare la lotta. Nelle poche ore della sua prigionia manteneva contegno fiero ed esemplare e, sul luogo stesso della cattura, affrontava la morte con il coraggio dei valorosi”.