O.d.g. del Comitato naz. ANPI sugli attacchi a Liliana Segre e a Eric Gobetti e sul Myanmar
- Il Comitato nazionale dell'ANPI esprime allarme e sdegno per gli attacchi, le minacce e gli insulti rivolti nei giorni scorsi alla senatrice Liliana Segre ed allo storico Eric Gobetti, a cui esprimiamo la nostra piena e affettuosa solidarietà. Ci auguriamo che l'autorità giudiziaria assuma i necessari provvedimenti nei confronti dei responsabili. Liliana è sottoposta ad una gogna mediatica in quanto superstite del lager. Eric in quanto studioso. È l'ennesimo atto di un copione che va avanti da troppo tempo per impedire il pieno riconoscimento della tragedia della Shoah e per limitare la libertà di ricerca storica, cose di per sé inconcepibili e sconcertanti. Ma colpisce anche in generale il clima di violenza verbale, di rancore e di livore in cui l'Italia è precipitata grazie a vere e proprie campagne di odio. Ciò è intollerabile in un Paese rinato grazie alla Resistenza ed alla Costituzione, un Paese che deve porre alla base della convivenza civile il rispetto della persona e della sua dignità, le libertà conquistate al prezzo di tanto sangue contro la barbarie nazifascista, il principio di solidarietà che dovrebbe ispirare qualsiasi idea di cittadinanza attiva. Ora basta.
- Il Comitato nazionale dell'ANPI valuta con allarme la situazione attuale del Myanmar dopo il colpo di Stato militare che lo scorso 1° febbraio ha rovesciato il governo della Lega Nazionale per la Democrazia che aveva appena riportato la vittoria elettorale l'8 novembre scorso nelle elezioni legislative e che aveva da tempo avviato un percorso importantissimo di democratizzazione del Paese. Sono di questi giorni le notizie delle minacce di morte che la giunta militare avrebbe rivolto ai manifestanti e dei prime caduti sotto i colpi dei militari. Il Comitato nazionale dell'ANPI condanna il colpo di Stato, chiede la liberazione di tutti i prigionieri politici a cominciare da Aung San Suu Kyi, unica legittima presidente del Paese, e auspica l'immediato e pacifico ristabilimento della democrazia per tutte le classi sociali e tutti i gruppi etnici del Paese, compresa la popolazione Rowinga, vittima di discriminazioni e persecuzioni.
19 febbraio 2021