Oltre l'indecenza
Sempre più giù. Oltre l’indecenza. Con una maggioranza che non governa. Semplicemente “sgoverna”. E con micidiale determinazione. Più esattamente, senza vergogna. Meglio, senza i freni inibitori della democrazia, della Costituzione.
Perfino del buon senso.
L’ultima offesa: quattro parlamentari che chiedono di abolire l’articolo della Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista.
Ma sì! Dimentichiamo gli ottocentomila morti della seconda guerra mondiale. Dimentichiamo le distruzioni delle nostre belle città! Dimentichiamo le leggi razziali! Dimentichiamo il Tribunale speciale! Dimentichiamo Gramsci incarcerato perché pensava...
Dimentichiamo tutto. Anche quegli italiani che ebbero il coraggio di ribellarsi. E poi di vincere nel nome della libertà.
Dimentichiamo tutto, per scendere sempre più giù, oltre l’indecenza.
Non bastava lo spettacolo vergognoso di Lampedusa, gestito e costruito dalla Lega sulla pelle di qualche migliaio di disgraziati, per accontentare gli istinti più beceri del suo elettorato.
Un film tutto per loro che per titolo aveva “Fora de ball”. E per sottotitolo: “Per qualche voto in più”.
Già questa è la politica oggi. Un invito ad Arcore vale una lotteria. Soprattutto se si è giovanissime e disponibili. Le donne? Carne da barzellette.
Schiuma sporca dell’interesse che si è fatto potere pubblico. Con delle comparse che si possono fregiare del titolo di onorevole. Chiamati dal capo a ossequiare e a approvare. E naturalmente ben retribuiti con ricchi bonus se volessero cambiare idea e abbracciare quella del grande leader.
Così si rinforzano le maggioranze. Altro che le vecchie storie della democrazia, della partecipazione, della battaglia delle idee.
Cose vecchie.
Money, money, money, come cantava Barbara Streysand.
Niente fa se un ministro manda “affa” il presidente della Camera.
E niente fa se un “onorevole” della Padania delle favole tristi insulta un’altra “onorevole che ha – per lui - due grossi difetti: non è della Lega ed è handicappata.
Vergogna.
È pesante essere oggi italiani.
C’è, di nuovo, bisogno di aria pulita. Di antifascismo. Di democrazia vera.