Pagliarulo: "Mai dimenticare i delitti dell'imperialismo fascista"
È per me un onore e una grande responsabilità partecipare a questa commemorazione perché non dimentico che l'Italia fascista fu il Paese aggressore e la Jugoslavia fu il Paese aggredito. È perciò con emozione e commozione che ricordo con voi le vittime del campo di Rab, giustamente definito da tanti campo di sterminio. L'Italia fascista portava avanti in modo violentissimo una politica di snazionalizzazione, come gli squadristi peraltro avevano iniziato a fare nella zona di confine fin dagli Anni 20. Parlo di commozione ed emozione perché nel mio Paese ancora oggi i crimini del fascismo nell'isola di Rab, come in tante altre località dei Paesi della ex Jugoslavia, sono sconosciuti alla grandissima maggioranza della popolazione. C'è stata e c'è ancora nel discorso pubblico italiano una vera e propria rimozione, nonostante il fatto che la ricerca storica abbia definitivamente chiarito le responsabilità dell'occupazione italiana. La mia presenza rappresenta, perciò, un doveroso gesto di riparazione e di riconoscimento dei delitti dell'imperialismo fascista. A maggior ragione oggi questo riconoscimento mi sembra importante quando nel mio Paese e in tanti altri Paesi europei si minimizzano le responsabilità dei nazifascisti, si rimuovono i crimini dell'imperialismo fascista e dell'imperialismo nazista, si mettono sullo stesso piano aggrediti ed aggressori. Ma da tale riconoscimento, dalla verità sui tanti delitti compiuti nel corso dell'occupazione italiana della Jugoslavia, deve sorgere un nuovo sentimento di amicizia tra i popoli e le nazioni, fra gli Sloveni, i Croati e gli Italiani. Proprio perché oggi tornano in Europa parole come guerra, morte, distruzione, c'è bisogno di uno scatto di dignità, di una prova di solidarietà, di un nuovo impegno comune, di altre parole, come pace, umanità, fraternità. L'altro ieri l'isola di Rab e questo campo sono stati visitati da una delegazione di italiani guidata dallo storico Eric Gobetti e giunta su questa terra proprio per riconoscere e condannare i crimini dei fascisti. È grave che mai nessuno dei criminali di guerra italiani sia stato punito per le sue responsabilità. Qui, nell'isola di Rab, non ci fu bisogno di fucilare nessuno. Per annientare almeno 1.500 persone bastava la fame, i maltrattamenti, le malattie perché la condizione degli internati era consapevolmente al di sotto della soglia di sopravvivenza: una deportazione disumana. L'anno prossimo è l'80° anniversario della liberazione dell'isola. Non ci può essere oblio per la memoria. Formulo l'augurio che le più alte autorità italiane si rechino il 10 settembre 2023 in pellegrinaggio nell'isola di Rab, non solo per deporre un fiore sulla tomba di tanti morti innocenti ma anche per contrastare ogni forma di nazionalismo, di razzismo, di imperialismo e perché si apra finalmente una stagione nuova nei rapporti fra gli Stati: solo dalla collaborazione, dalle reciproche aperture, da ogni tipo di scambio può nascere un nuovo umanesimo. Viva l'amicizia fra i popoli sloveno, croato, italiano!
Gianfranco Pagliarulo
Rab - 10 settembre 2022