Parma ricorda i sette martiri dell'eccidio di piazza Garibaldi
Mercoledì 1° settembre in Piazza Garibaldi, a Parma, dinanzi all’ingresso del Palazzo del Governatore, verrà ricordato il sacrificio dei partigiani prelevati dalla caserma e dalla sede della brigata nera e trucidati per rappresaglia dai nazifascisti, dopo atroci sevizie, nella notte del primo settembre 1944, i cui corpi martoriati furono trasportati da Piazza Garibaldi e lasciati davanti alla Villetta come barbaro monito di ciò che poteva accadere agli oppositori del regime. Nella ricorrenza, sono previsti brevi discorsi commemorativi da parte dei rappresentanti del Comune, della Provincia e delle associazioni partigiane e la deposizione di una corona di fiori dinanzi alla lapide che ricorda l’eccidio. La cerimonia sarà preceduta da un corteo che si muoverà dai portici del Municipio, con i gonfaloni e labari delle associazioni. Interverranno le autorità cittadine, i compagni d’arme della Resistenza e alcuni familiari delle vittime della rappresaglia e si concluderà, come sempre, con i rintocchi del campanone civico, scanditi alla lettura dei nomi dei caduti. Questi i loro nomi: Giuseppe Barbieri, Vincenzo Ferrari, Gedeone Ferrarini, Afro Fanfoni, Eleuterio Massari, Ottavio Pattacini e Bruno Vescovi. Cittadini di Parma che hanno pagato con il sacrificio della vita il coraggio di dire ‘no’ alla dittatura fascista e all’oppressore nazista.
Le settimane che accompagnarono la fine dell’estate del 1944 rappresentarono uno dei momenti più dolorosi e tragici della guerra per il movimento di liberazione antifascista e per la città. Il 31 agosto un nucleo partigiano uccise in un agguato due esponenti della brigata nera cittadina provocando la reazione, immediata e violenta, dei fascisti locali. Uomini in divisa nera percorsero in formazione il quartiere popolare dell’Oltretorrente, seminando terrore e distruggendo numerosi esercizi pubblici perché frequentati da antifascisti in piazzale Corridoni nella centralissima via M. D’Azeglio. Durante quella tragica spedizione perse la vita Cleonice Cavalca, colpevole di essersi affacciata alla finestra di casa al passaggio dei fascisti. Nelle stesse ore squadre di brigatisti neri “attaccarono” le case comunali in via Venezia (capannoni del Cristo) dove presumevano abitassero alcuni dei partigiani che avevano partecipato all’azione del pomeriggio sparando sulle case dal terrapieno della ferrovia, ferendo diversi abitanti e alcuni in modo grave. Ma il peggio doveva ancora accadere. Quella notte dalla “caserma” di via Walter Branchi ormai affollata di antifascisti e di loro famigliari, sequestrati e segregati nel corso di quelle settimane, vennero prelevati sette prigionieri e trascinati, già moribondi per le percosse subite durante la detenzione, in piazza Garibaldi. Nel silenzio, alla sola presenza delle autorità tedesche e fasciste, i sette vennero finiti a colpi d’arma da fuoco. I loro corpi furono trasportati, notte tempo, al cimitero della Villetta dove furono abbandonati davanti al cancello d’ingresso fino alla mattina successiva. Sono trascorsi 66 anni, ma il tempo non ha cancellato nella mente e nel cuore dei parmigiani uno degli atti più crudeli della nostra storia, perpetrato dai fascisti verso sette persone colpevoli solo di trovarsi nelle loro mani in quel maledetto giorno in cui decisero di dare corso alla più atroce delle vendette.
Per documentazione e ragguagli:
http://www.eccidinazifascisti.parma.it/page.asp?IDCategoria=905&IDSezione=6935&ID=110681
Foto su: http:// www.articolionline.net/2010/08/storia-e-memoria-550-31-agosto-1.html