In ricordo della staffetta Maria Teresa Sparascio
Lunedì 7 ottobre verso le ore 13,30, nell'atrio del Palazzo Comunale Gallone, ove si trova la lapide con la epigrafe che fu ivi deposta solennemente negli anni Ottanta a memoria perenne, in presenza del SINDACO DOTT. ANTONIO DE DONNO e del Prof. MASSIMO MURA, nipote dell'unica Martire salentina del nazifascismo, la staffetta partigiana tricasina MARIA TERESA SPARASCIO CHE FU FERITA MORTALMENTE A LANGHIRANO in Provincia di PARMA, DOVE AIUTAVA IL VALOROSO MARITO PATRIOTA PARTIGIANO, IL CARABINIERE SARDO EFISIO LICHERI, nome di battaglia "Torino", saranno deposti fiori nell'80° anniversario della sua morte avvenuta il 7 ottobre 1944 e che quindi cade lunedì 7 ottobre 2024 per poi replicare il commosso omaggio nella frazione di CAPRARICA ai piedi della targa con cui le fu intitolata nel gennaio 2005, in presenza dell'allora Sindaco Ing. Antonio Coppola, la via MARIA TERESA SPARASCIO.
Il compianto Prof. Donato Valli fu l'Autore dell'epigrafe per la lapide a MARIA TERESA SPARASCIO collocata e scoperta il 2 febbraio 1986 nell'atrio del Palazzo Comunale "Gallone" di Tricase:
Maria Teresa Sparascio
nata a Caprarica di Tricase il 13 ottobre 1906
durante la Resistenza Nazionale
testimoniò con la vita
l'amore della libertà
la pietà della famiglia
l'antica fierezza della piccola patria lontana
Tricase la ricorda e onora solennemente
il 2 febbraio 1986
Non si può non commemorare il sacrificio fino al martirio di un a donna umile del Sud, nata a Caprarica di Tricase il 13 ottobre 1906, madre di 4 bambini, trucidata per rappresaglia dai nazisti dopo aver lasciato la sua piccola patria nel Salento per seguire nel nord Italia il marito carabiniere sardo Efisio Licheri nato a Villamar (CA) il 16 marzo 1901 e poi deceduto per malattia nel 1972, con cui si sposò il 20 agosto 1934 nella Chiesa di San Lazzaro a Lecce, che dopo l'8 settembre 1943 fece la scelta giusta e coraggiosa di combattere gli occupatori nazifascisti entrando nelle fila dei partigiani nel Parmense, a Langhirano dove fino allora era di stanza, vivendoci pure con la famiglia, nella locale stazione dei Carabinieri finché in una giornata di fine settembre 1944 la moglie Maria Teresa che lo aiutava come staffetta partigiana fornendo a lui e agli altri compagni partigiani informazioni preziose oltre a mezzi di sussistenza e ad altro materiale di cui necessitavano, ben consapevole, pur madre di 4 bambini, del rischio della propria vita, mentre il marito Efisio era entrato nella Brigata "Pablo" con il nome di battaglia "Torino" sui monti appenninici circostanti Langhirano, in provincia di Parma, fu mitragliata da un milite tedesco da una postazione collocata nella piazza Corridoni del paese mentre era alla piccola finestra senza persiane di una mansarda in cui abitava la famiglia Licheri proteggendo con il suo corpo, con il suo istinto materno, i suoi figlioletti ed in particolare la maggiore d'età, Maria D'Itria Licheri oggi 89enne e testimone oculare che ancora ricorda il sibilo dei proiettili che, sfiorandola e lasciandola intatta si conficcarono nelle pareti della casa mentre assisteva all'agonia della mamma colpita immersa in una pozza di sangue che spirò presso il distaccamento chirurgico nel paese dell'ospedale sfollato di Parma il 7 ottobre 1944 tra le braccia del marito partigiano Efisio che, avvisato del ferimento mortale della moglie, era sceso dai monti circostanti, su cui combatteva come partigiano, per donarle il sangue.
Grazie a questo sangue dei Martiri della Resistenza noi viviamo 80 anni dopo, in un sistema democratico fondato su princìpi costituzionali di libertà, di uguaglianza, di pluralismo, di giustizia e di solidarietà.