Sì ai referendum, per una Italia migliore
Strana cosa oggi la politica in Italia. Gli stessi che invitavano ad andare al mare con la pregnante motivazione che erano referendum inutili, hanno improvvisamente fatto ricorso per tentare di annullarli in extremis.
Che poi sono gli stessi che hanno concesso la libertà di voto ai propri elettori salvo pregare e brigare affinché il quorum non si raggiunga.
Peggio ancora.
Poteva mancare chi fa sottintendere che è meglio non andare a votare perché è tutta un’operazione politica della solita sinistra giustizialista per sferrare un secondo cazzotto al governo Berlusconi? Tranquilli, non manca.
No, cari signori, così non va. Non si può dire tutto e il contrario di tutto con la disinvoltura di Pinocchio.
Ogni posizione è legittima. Ma deve essere una. Non trina.
La nostra è nota e vale la pena ribadirla: difendere l’acqua come bene pubblico, evitare di mettere in pericolo la salute dei cittadini con l’energia nucleare, ricordarsi che quando si afferma il principio democratico che la legge è eguale per tutti non ci possono essere eccezioni.
Punto e basta. Quattro sì con caldo invito alla partecipazione.
Esplicitazione, quest’ultima, voluta per amore della chiarezza. Contro la tanta confusione – premeditata e orientata - seminata sotto i cieli del bel stivale.
Dove, per la verità, un allegro venticello di rinnovamento ha cominciato a cambiare l’aria.
Già, alle amministrative qualcuno si è accorto che gli italiani erano stanchi. Anzi, stufi, di tante parole e pochissimi fatti, di false promesse e risse continue, di insulti e bunga-bunga…
Che poi, a guardar bene, gli italiani non è che pretendono la luna. Si accontenterebbero di un governo che si occupasse dei loro problemi reali, tanto per dire, del lavoro dei figli, dell’assistenza (medica e sociale) dei nonni, dei trasporti pubblici, della scuola…
Insomma, vorrebbero un po’ di serietà e magari di moralità in più. E di certo, questi elettori, domenica 12 giugno e lunedì 13, andranno a votare sì a un’Italia migliore, più sicura, più democratica.
Mi. Urb.