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"Una scelta per la vita": un fumetto sulla testimonianza di Liliana Segre nella linea libraria ANPI

Ringrazio Gianni Carino per essersi dedicato alla riduzione in forma di graphic novel dei contenuti della mia ultima testimonianza pubblica e l'Anpi che ha voluto pubblicare il lavoro. Una modalità quella del fumetto che indubbiamente può favorire la diffusione, soprattutto fra i più giovani, di determinati contenuti di forte impatto, ma che è importante giungano alla più ampia platea di cittadini, in primo luogo appunto ragazze e ragazzi.

Buona lettura a tutti,

Liliana Segre

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INTRODUZIONE DI GIANFRANCO PAGLIARULO

Per non dimenticare. Non è un esercizio della memoria rivolto al passato. Non è solo un omaggio alle vittime. Non è semplicemente la registrazione di un fatto storico, lontano nel tempo, estraneo alla vita. I testimoni ci consegnano un impegno umano e dunque civile: evitare che prevalga il dato dell'indifferenza. Evitare, cioè, che la distanza temporale venga vissuta come un mixer che “equalizza”, con le stesse frequenze emotive, psicologiche e sociali, l'Impero romano, Napoleone, o la prima metà del Novecento.

Il tema è proprio questo: la consapevolezza che la prima metà del Novecento non è il primo dei ventuno volumi dell'enciclopedia della storia, ma il capitolo che subito precede l'oggi e che quindi caratterizza la convivenza civile del nostro tempo.

Per non dimenticare è un riconoscimento pubblico e collettivo di un fatto di una drammaticità per la quale è difficile trovare definizioni adeguate: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei d'Europa messi in atto, durante la II Guerra mondiale, dalla Germania nazista con la collaborazione di altri paesi, tra i quali anche l'Italia fascista. Il ripudio di quel passato criminale trova forma giuridica nella Costituzione della Repubblica Italiana dove afferma in modo definitivo: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Queste parole – la parole della Costituzione – vanno meditate profondamente e lette nella loro attualità, anche alla luce del ricordo dei crimini contro l'umanità perpetrati dai nazifascisti in nome del mito omicida della supremazia razziale, affinché si scongiuri il rischio, evocato da Primo Levi, di un passato che può tornare.

La memoria è allora elemento della convivenza civile, che permette lo sviluppo della società attraverso il riconoscimento della dignità e inviolabilità della persona umana; l'impegno come responsabilità che attiene a tutti, indipendentemente dal ruolo e dall'età.

Da qui il vincolo verso le nuove generazioni, cioè far sì che la conoscenza delle radici della Repubblica non sia solo la registrazione di un fatto storico, ma elemento essenziale per il capire e l'agire nel presente. Detto in breve: come rendere presente il passato? Per l'ANPI questo impegno è tradotto nell'azione concreta del trasmettere la memoria, che ha come interlocutore privilegiato proprio le nuove generazioni. Se la memoria ha come oggetto per definizione qualcosa avvenuto nel passato, essa ha inesorabilmente come soggetto qualcuno che vive nel presente e in questo rapporto soggetto-oggetto si manifesta la sua funzione di pedagogia civile.

In una società complessa diventa prioritario inserire la memoria dentro ad un atteggiamento ed una azione culturale che abbia come fine la formazione dei cittadini. Questa è senza dubbio la cultura democratica. Cioè quella cultura che tende ad unire, proprio come la nostra recente storia ci ha insegnato. Antifascismo, Resistenza e Costituzione sono frutto di filoni di pensiero diversi, che hanno unito persone e opinioni differenti, che hanno ridato dignità all'Italia dopo le macerie morali e materiali lasciate dalla dittatura fascista e dalla sua alleanza col nazismo.

L'ANPI fa la sua parte. Ma se condividiamo che la memoria – intesa come ponte fra passato e presente – sia uno strumento utile per restituire alla vita vivente la traccia di esistenze precedenti, cioè se condividiamo il “cosa”, dobbiamo preoccuparci anche del “come”. Non ci sono ricette precostituite, ma sicuramente avere un atteggiamento di ascolto su come le nuove generazioni vivono le proprie esperienze, cioè partire dal loro vissuto, dai loro interessi, dai loro codici di comunicazione, di registrazione e di elaborazione.

In questa logica proponiamo nella collana “i libri di Bulow”, nella forma della graphic novel, la narrazione della vicenda della senatrice a vita Liliana Segre, che ha voluto onorare questa pubblicazione con una sua lettera e che ringraziamo di cuore per la sua opera assidua di testimonianza. Inoltre un grande ringraziamento va all'ANPI di Carpi, che ha reso possibile tutto questo.

Il testimoniare è ponte di vita che unisce passato e presente perché il futuro ne sia giovato. Che si rivolge alle nuove generazioni perché il futuro va costruito nella consapevolezza che si è tutti contemporanei, indipendentemente dall'età, il qui e ora del presente ci permette di essere protagonisti.

“Una scelta per la vita” ci propone, anche attraverso la mano competente e incisiva di Gianni Carino, una riflessione sui valori di libertà, democrazia, eguaglianza, solidarietà e pace. Soprattutto ci propone un umano. Un profondamente umano che è tale proprio perché, anche nel peggior momento della nostra storia recente, mantiene la volontà di pensare.

Memoria come strumento di connessione fra passato e presente e, di conseguenza, come strumento di formazione della cittadinanza attiva. Ecco, ciò illumina il rapporto fra passato, presente e futuro: mantenersi costantemente civili anche quando le condizioni non sempre ci appaiono favorevoli, se non avverse.

“Una scelta per la vita” è la scelta del futuro.

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