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In Val di Sole con Matteotti

Sabato 10 giugno 2023

ore 11.00 - a Comasine

Cerimonia con deposizione di una corona sulla facciata dell'antica casa della famiglia di Giacomo Matteotti

Chi volesse partecipare alla commemorazione, il punto di ritrovo è a Trento, parcheggio ex Sit, di fronte alla partenza della funivia per Sardagna, sabato 10 giugno ore 9.00.

Chi fosse interessato a pranzare nei pressi di Malè, dopo la cerimonia, può contattare Sergio, entro le ore 12.00 di venerdì 9 giugno al seguente numero: 3201429904

Di Giacomo Matteotti il 10 giugno, anniversario del suo vile assassinio nel 1924, non ricorderemo a Comasine in Val di Peio, terra dei suoi avi, solo la morte, anche se, come ricordava Piero Calamandrei, "i morti, questi morti, ci chiamano a render conto, non hanno considerato la loro fine come una conclusione e un punto di arrivo, ma piuttosto come un punto di partenza, come una premessa che doveva segnare ai superstiti il cammino verso l'avvenire". Ricorderemo la sua opposizione alla guerra di Libia e il suo schierarsi per la neutralità di fronte alla Prima guerra mondiale. Nell'agosto 1914 Matteotti enunciava in termini univoci la sua posizione: "Neutralità assoluta, neutralità a qualunque costo". Venne rinviato a giudizio e condannato per disfattismo. Richiamato alle armi, venne allontanato dal fronte, in Sicilia, come elemento "pericoloso". Dopo la fine del conflitto scorgeva l'enorme distruzione di ricchezza e il contemporaneo trasferimento di questa in sovraprofitti. Polemizzava con vigore contro l'incapacità del sistema politico di sconfiggere le diseguaglianze che questi limiti avevano accentuato. Matteotti interpretava con preveggenza risultati internazionali della guerra e scorgeva in essi i motivi di conflitti futuri. Ne coglieva la portata sia come problemi di finanza e di economia mondiale sia come problemi interni per gli Stati. Più di ogni altro aspetto, criticava il trattamento riservato alla Germania poiché vedeva in esso il seme di future dispute territoriali e di rivalse legate alle questioni delle riparazioni e dei debiti.

Di questo Matteotti non si parla mai.        

Mario Cossali, Presidente Anpi del Trentino

Giacomo Matteotti è stato per troppo tempo congelato nel "mito", a causa della sua tragica fine.

Ma egli è stato uno dei protagonisti più acuti ed interessanti della storia del socialismo italiano, vissuta dapprima da gregario, nel Polesine segnato dalle lotte salariali, e da studente di giurisprudenza; poi sempre più da protagonista, sino all'attività parlamentare a partire dal 1919 e, dopo le scissioni del 1921-1922, alla carica di segretario del nuovo Partito socialista unitario.

Il socialismo di Matteotti fu senz'altro riformista: ma di un riformismo a modo suo intransigente, volto all'azione, ed in cui la lotta di classe costituiva lo sfondo irrinunciabile. Riguardo a internazionalismo e  antimilitarismo Matteotti non ebbe tentennamenti: durante il primo conflitto mondiale non fu toccato da  alcuna tentazione interventista, ed il suo antipatriottismo gli costò l'internamento in Sicilia. L'auspicio che il conflitto trovasse uno sbocco insurrezionale e rivoluzionario lo poneva, nel concreto, molto più a sinistra di parte di quel mondo socialista a lui vicino.

La sua azione politica ebbe sempre come oggetto privilegiato le lotte del mondo bracciantile, ma fu anche innervata dallo studio, dall'analisi attenta delle questioni: fu puntiglioso esaminatore delle questioni economiche, scolastiche, giuridiche e amministrative, e questo appare dai suoi numerosi articoli sulla stampa socialista, nonché dai suoi puntuali interventi alla Camera. Non rimase esclusa dal suo orizzonte l'analisi del fenomeno fascista, che fruttò tra l'altro una delle primissime inchieste date alle stampe.

Riformista-rivoluzionario, fu chiamato Matteotti: e tale in effetti fu.

Mirko Saltori, Fondazione Museo Storico del Trentino