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Vittorio Veneto: racconti d'autunno

Questo il programma del "Teatro civile" di Vittorio Veneto (Treviso).

RACCONTI D'AUTUNNO 2011, teatro civile, spettacoli con inizio alle ore 20.45.

Venerdì 28 ottobre - UN CHILO DI SALE, di come si arrivò alla Liberazione in Vallata e nel Quartier del Piave di e con Paolo Donolato.

Venerdì 11 novembre - STORIE MIGRANTI, lettura scenica, PROGETTO BARATTO CULTURALE, con Carlo De Poi, Stefania Mazzocut, Paola Perin, Guglielmo Scarabel.

Venerdì 25 novembre - GIRONE RADIOATTIVO, il disastro nucleare di Chernobyl, di Michele Gregori ed Elisa Geremia.
NOTEATRO, con MIchele Gregory.

Si consiglia la prenotazione - Ingresso € 7.00.

In collaborazione con: A.N.P.I. Vittorio Veneto, Ass. I Fiori della vita, Ass. Manding, Ass. Palafenderl, Ass. Sintesi e Cultura, Balcan Espress, Comitato 19 marzo 1848, I.S.R.E.V., Mondo in Cammino Veneto, Progetto Baratto Culturale.

INFO E PRENOTAZIONI:

Consulta Culturale Vittoriese, Via del Meril 13,

VITTORIO VENETO (TV), tel e fax: 0438-555274, consultavv@libero.it, www.parcofenderl.it,.

Collettivo di Ricerca Teatrale, Via Savassa Bassa 62,

VITTORIO VENETO (TV), c-r-t@libero.it.


UN CHILO DI SALE, di come si arrivò alla Liberazione in Vallata e nel Quartier del Piave di e con Paolo Donolato Ettore Benelli, baritono mancato, attraversa gli anni tempestosi nei quali si snodano le vicende dell'occupazione nazista e della dittatura fascista, della Resistenza e dell'epilogo della II guerramondiale.
Ettore è uno dei pochi personaggi immaginari, assieme alla giovane staffetta Toti, all'imberbe ma indurito partigiano Fàier e a pochissimi altri, che funge da espediente narrativo in una storia in cui i numerosi protagonisti reali fanno riemergere loro voci e le loro azioni da vicende le cui realtà storiche troppo spesso vengono arbitrariamente rivisitate,spesso stravolte, oltrepassando disinvoltamente il confine della menzogna.

STORIE MIGRANTI, lettura scenica, PROGETTO BARATTO CULTURALE con Carlo De Poi, Stefania Mazzocut, Paola Perin, Guglielmo Scarabel. Ci siamo incontrati nell'autunno-inverno 2009-2010, all'incirca una volta al mese, un piccolo gruppo. Un piccolo gruppo, perché in quegli incontri si tentava di conoscere, di capire un po' di più; per rispetto verso chi raccontava, di fatiche, di sofferenze, di drammi. Qualcuno cominciava a raccontare... storie di emigrazione dal Senegal, dall'Equador, dal Burundi, dal Cile, dai Paesi Balcanici.
Abbiamo pensato fosse importante che quei racconti non restassero un patrimonio delle sole persone che avevano avuto il privilegio di essere là in quelle notti d'inverno. Abbiamo preso quei testi, li abbiamo tagliati, smontati, rimontati... Ne sono uscite queste Storie Migranti.

GIRONE RADIOATTIVO, il disastro nucleare di Chernobyl di Michele Gregori ed Elisa Geremia, NOTEATRO con MIchele Gregory.
"Quando un disastro spezza la trama che tiene in piedi una cultura possono accadere molte cose". Dal suo personale "Girone Radioattivo", un piccolo villaggio nel sud della BieloRussia, ai confini con la cosiddetta "Zona di Esclusione", Aleksandr Babkin, un ex "liquidatore" di Chernobyl, narra gli eventi di quel 1986 che gli hanno cambiato la vita per sempre, e cerca di spiegare - e spiegarsi - le ragioni per cui molte persone come lui sono rimaste a vivere nelle zone tuttora contaminate... Aleksandr Babkin si accompagna in un viaggio tra immaginazione e quotidianità, nell'Unione Sovietica del 1986 che dialoga con la Russia di Dostoevskji e di Gogol, e che infine ci riporta al presente, alla drammatica attualità e alle riflessioni che le scelte sulla politica energetica ci obbligano a fare.

IL RACCONTO DEL PARCO, di Carlo De Poi, Collettivo di Ricerca Teatrale. "Tutti i giorni, finita la scuola, i bambini andavano a giocare nel giardino del gigante. Era un giardino grande e bello coperto di tenera erbetta verde. Qua e là sull'erbetta, spiccavano fiori simili a stelle... Un giorno il gigante ritornò. Era stato a far visita al suo amico, il mago di Cornovaglia, e la sua visita era durata 7 anni...
Al suo arrivo vide i bambini che giocavano nel giardino, - che fate voi qui?! – esclamò con voce burbera, e i bambini scapparono
- il mio giardino è solo mio! - disse il gigante.
- lo sappiano tutti: nessuno all'infuori di me, può giocare qui dentro!
Costruì un alto muro tutto intorno e vi affisse un avviso: GLI INTRUSI SARANNO PUNITI.
Era un gigante molto egoista..."

Questo è un frammento di Oscar Wilde, la nostra storia invece...