La guerra dei nostri nonni
di Aldo Cazzullo, Mondadori, 2014, pp.264, euro 17,00
Aldo Cazzullo (inviato ed editorialista del “Corriere della Sera”) racconta il conflitto 1915/1918 sul fronte italiano, alternando storie di uomini e di donne.
Perché quella guerra fu l’inizio della libertà per le donne, che dimostrarono di poter fare le stesse cose degli uomini impegnati a combattere: lavorare in fabbrica e guidare i tram; oltreché laurearsi e insegnare.
Le vicende delle crocerossine, delle spie, delle inviate di guerra, persino delle soldatesse in incognito, incrociano quelle degli alpini, degli arditi, dei prigionieri, dei poeti in armi, dei grandi o degli sconosciuti personaggi. Attraverso lettere, diari di guerra e testimonianze anche inedite, queste pagine riportano alla memoria i mutilati del volto, di cui si è perso il ricordo; le decimazioni degli innocenti; l’esercito dei “folli”, come il soldato che in manicomio proseguiva all’infinito il suo compito di contare i morti in trincea.
Ma le tante testimonianze delle sofferenze (come anche quelle con il lieto fine) restituiscono al lettore un’idea di fondo: la Grande Guerra fu la prima sfida dell’Italia unita; e fu vinta. L’Italia che poteva essere spazzata via, dimostrò, invece, di non essere più un “nome geografico”, ma una nazione.
Un libro, dunque, che aiuta a ricordare chi erano i nostri nonni, di quale forza morale furono capaci, e quale patrimonio portiamo dentro di noi.