Adelia Casari
Adelia Casari, contadina, proviene da una famiglia di coloni mezzadri antifascisti e studia fino alla licenza elementare. Entrata in contatto con il movimento resistenziale nell'aprile del 1944, dall’ottobre si unisce al battaglione “Marzocchi” della 63ª Brigata Garibaldi “Bolero”. La casa della sua famiglia, a S. Giovanni in Persiceto, è trasformata in base partigiana; perde il fratello Walther nei combattimenti contro i nazifascisti. Adelia, che ha operato con i nomi di battaglia “Emma” e “Nigrén”, è stata riconosciuta Partigiana dal 1° luglio 1944 fino alla Liberazione.
Oltre che come una delle più autorevoli esponenti della Resistenza bolognese, la Casari è ricordata perché fu la principale promotrice, assieme all'architetto Letizia Gelli Mazzucato, dell’ideazione e costruzione del Monumento alle Partigiane cadute della provincia di Bologna, edificato a Villa Spada nel 1975, 30° anniversario della Liberazione e dell’UDI. Il memoriale è costituito da un muro alto due metri e lungo cinquanta, degradante a formare un piccolo anfiteatro: nella parete sono cementati 128 mattoni, ognuno di essi riporta il nome e il cognome di una delle 128 donne che hanno perso la vita.
Nel 1999, con il nome Emma Casari, ha pubblicato il libro “Nigrén: storia di una donna.