Aldo Palareti
Subito dopo l'8 settembre 1943, il giovane sarto era entrato a far parte dell'VIII Brigata Garibaldi. Nonostante fosse padre di un bambino, aveva fatto della sua casa di Galeata un deposito di armi e il punto di riferimento per gli uomini che dovevano raggiungere le formazioni partigiane romagnole in via di costituzione.
Nel febbraio del 1944, dopo aver organizzato e aver partecipato all'attacco alla locale caserma della GNR, il sarto si era allontanato dal paese e si era aggregato alla sua Brigata.
Nell'aprile dello stesso anno, Palareti, per sfuggire al grande rastrellamento nazifascista, aveva deciso di tornare a Galeata. Quando (con i garibaldini Libero Balzani, Luigi Bandini e Bruno Patrignani), era giunto in località Rio Secco, Palareti fu catturato dai nazifascisti. Erano le 2 della notte. Il mattino stesso, i fascisti, dopo averlo seviziato, lo fucilarono presso lo stabilimento detto "fabbrica delle ginestre", dove si confezionavano divise militari.
Ad Aldo Palareti, decorato alla memoria per il contributo dato alla lotta per la libertà, è intitolata la piazza di Galeata e la locale Cooperativa culturale. Porta il suo nome anche una strada di Savignano sul Rubicone.