Andrea Zanzotto
Era considerato uno dei più grandi intellettuali italiani; aveva da pochi giorni compiuto i 90 anni, quando è spirato per collasso cardiocircolatorio all’ospedale di Conegliano Veneto, dove negli ultimi anni era stato ricoverato più volte. Zanzotto aveva preso parte alla Resistenza nelle file delle formazioni di Giustizia e Libertà, occupandosi soprattutto della stampa e della propaganda. Un'esperienza mai dimenticata. Zanzotto era presidente onorario dell'Anpi di Treviso.
Dopo la Liberazione era emigrato in Svizzera e in Francia e, tornato in Italia, nel 1947 aveva ripreso a fare l’insegnante, attività che svolgeva prima di entrare nella Resistenza.
L’esperienza partigiana e l’attaccamento alla terra dove era nato e vissuto, hanno segnato profondamente l’opera di Zanzotto, che nel 1950 si era visto assegnare, da una giuria composta dai maggiori poeti italiani dell’epoca (tra cui Quasimodo, Montale ed Ungaretti), il primo premio al concorso San Babila per una raccolta di poesie che l’anno successivo sarebbero state pubblicate col titolo “Dietro il paesaggio”.
Alla notizia della scomparsa di Andrea Zanzotto, il Presidente della Repubblica, ha mandato un partecipe messaggio ai famigliari del grande poeta. Una nota del Quirinale ha ricordato che Giorgio Napolitano, in occasione del novantesimo compleanno di Andrea Zanzotto, “gli aveva rivolto l’augurio e l’omaggio nei quali si riassumevano l’ammirazione da lungo tempo nutrita per lui” e la ideale amicizia che in questi anni aveva fatto sentire vicini Napolitano e Zanzotto.
La vedova Zanzotto, Marisa, in occasione del novantesimo compleanno del grande poeta aveva curato per “Interlinea Edizioni”, con gli allievi pavesi di Maria Corti, un volume con inediti, immagini, autografi e ricordi, pubblicato col titolo “Autografo”.