Arnaldo Pegollo
Arruolato nell'Aeronautica nel maggio del 1940, Arnaldo Pegollo (che non aveva mai fatto mistero dei suoi sentimenti antifascisti), fu inviato in Sicilia e, nel giugno, prese parte alle operazioni belliche nel Mediterraneo. Trasferito all'aeroporto militare di Pisa come 1° aviere, nel gennaio del 1942 vi si ammalò. Ripreso il servizio un anno dopo, all'annuncio dell'armistizio si affrettò a raggiungere la Lunigiana, dove, come membro del Partito d'Azione, entrò in una formazione partigiana. Col nome di battaglia di "Naldo", dopo essersi distinto per perizia e audacia, fu nominato comandante di squadra e poi, via via, di distaccamento e di brigata. Cadde, alla vigilia della Liberazione, in un attacco contro i tedeschi ormai in ritirata. La ricompensa al valore concessa alla sua memoria dice: "Perseguitato politico, fu incitatore ed animatore dei giovani alla lotta di liberazione. Comandante di battaglione, con perizia e audacia condusse il suo reparto nelle continue azioni di guerriglia contro gli oppressori, infliggendo loro gravi perdite in uomini e mezzi. Alla testa delle sue compagnie attaccò forti, importanti posizioni di resistenza tedesche scardinandole e volgendone in fuga i difensori, catturando uomini, armi e munizioni. In un ultimo attacco, alla testa di un gruppo di animosi, dopo aver infranto le estreme difese nemiche, cadeva colpito dal piombo mentre stava per issare il tricolore vittorioso sulla meta raggiunta. Fulgido esempio di ardimento e di amor patrio, immolava la sua giovane esistenza per la libertà della Patria". A Massa, dove gli hanno intitolato una via, un semplice cippo con su inciso: "Pegollo/Naldo/10.4.1945/M.O.V.M." è stato posto in piazza Aranci. Il nome del partigiano azionista compare anche, con quello di Mario Paolini e degli altri caduti nella zona di Antona, sulla lapide posta al Sacrario "La Tecchia".