Camilla Ravera
È stata la prima delle due donne italiane sinora nominate senatore a vita (la seconda è Rita Levi Montalcini). Quando, il 26 gennaio 1982, fece il suo primo ingresso a Palazzo Madama, i senatori, riuniti in assemblea plenaria, l'accolsero tutti in piedi. Aveva 96 anni quando fu ancora chiamata a presiedere l'Assemblea. Un altro suo record: è stato il primo caso, nella storia dei movimenti politici del mondo, di una donna nominata (era il 1927), segretaria del suo partito. Era il Partito Comunista d'Italia (del quale era stata uno dei fondatori nel 1921 e nel quale aveva subito assunto la guida dell'organizzazione femminile, fondando anche il periodico La compagna). Camilla Ravera resse la segreteria del PCdI sino al 1930 quando, rientrata clandestinamente in Italia dalla Francia, fu arrestata e condannata a quindici anni e mezzo, trascorsi tra carcere e confino sino alla caduta del fascismo. Con Umberto Terracini, fu l'ultima dei confinati a lasciare Ventotene ("una ciabatta in mare", come ebbe a descrivere l'isola). Lì ebbe a conoscere Alessandro Pertini (che l'avrebbe poi scelta, quarantaquattro anni dopo, per il laticlavio) e lì, con Terracini, fu espulsa dal suo partito per aver condannato il patto Ribbentrop-Molotov. Riacquistata la libertà, Camilla Ravera riuscì a raggiungere dopo molte peripezie i suoi famigliari, che erano sfollati a San Secondo di Pinerolo. Dopo l'8 settembre 1943, sapendo di essere di nuovo ricercata, la Ravera riparò in un casolare sulle colline, che diventò presto luogo di incontri politici clandestini. Dovette abbandonarlo quando i fascisti cominciarono a dare alle fiamme tutti i casolari della zona. Rientrata a Torino dopo la Liberazione, Camilla Ravera, riammessa nel PCI, divenne consigliere comunale. Nel 1947, con Ada Gobetti, del Partito d'Azione, fu tra le fondatrici dell'Unione Donne Italiane. Nel 1948 fu eletta deputato per il PCI. Aveva intanto ripreso le battaglie di sempre, cominciate idealmente quando lei, di famiglia borghese, aveva assistito, ancora bambina, ad uno sciopero di operaie a Valenza. Soprattutto si è impegnata nelle battaglie per la pace. Camilla Ravera ha lasciato molte pubblicazioni. Al suo libro Diario di trent'anniè andato, nel 1973, il "Premio Prato". Nel 1978 la sua Breve storia del movimento femminile in Italia ha avuto il "Premio Viareggio". Nel 1979 gli Editori Riuniti hanno raccolto in volume le Lettere al Partito e alla famiglia.Nel 1992 la Fondazione Istituto Gramsci ha acquisito l'Archivio Storico delle donne "Camilla Ravera", costituito nel 1987 dalla Commissione femminile del PCI. Alla Ravera sono intitolate, tra l'altro, strade a Roma e in Toscana, la Federazione di Torino dei DS, Società cooperative, alcuni circoli del PRC.