Carlo Avegno
Guardiamarina durante la prima guerra mondiale, aveva poi comandato l'Accademia navale di Livorno. Dopo aver preso parte alla campagna etiopica, dal 1937 al 1939 fu al Comando superiore per l'Africa Orientale e quindi, fino al maggio del 1943, capo di stato maggiore del Comando Marina di Bengasi e di Tripoli. L'8 settembre 1943, mentre era in servizio alla base navale di La Maddalena, diresse la resistenza armata di quei marinai contro le truppe tedesche e cadde in combattimento.
La motivazione della Medaglia d'oro alla memoria (Avegno aveva già ricevuto una Medaglia d'argento, due di bronzo e due Croci di guerra) recita: "Ufficiale superiore di non comune valore, in guerra e in pace aveva sempre sollecitato l'onore degli incarichi più rischiosi e di maggiore responsabilità dando prova, sia a bordo che a terra, di eccezionali virtù militari e professionali, di consapevole audacia e di elevato spirito di abnegazione. In occasione del tentativo di occupazione di una base navale da parte di truppe tedesche, proditoriamente sbarcate, saputo che i comandanti in carica erano stati posti sotto controllo, organizzava con lo slancio che lo aveva sempre distinto i reparti disponibili per respingere l'avversario, ne prendeva il comando diretto e li conduceva all'azione. Là dove il combattimento si era acceso più violento, li trascinava all'assalto col suo esempio ed infliggeva all'avversario perdite tali da costringerlo alla resa. Colpito da una delle ultime raffiche di mitragliatrice chiudeva la sua nobile esistenza spesa per la grandezza della Patria".