Carlo Pirzio Biroli
Ufficiale di carriera, all'annuncio dell'armistizio si trovava in Albania come capo di Stato Maggiore del Raggruppamento celere. Non volle arrendersi ai tedeschi e cadde combattendo. La motivazione della M.O. al V.M. alla memoria di Carlo Pirzio Biroli recita: "In un momento tragico per la Patria e di smarrimento delle sue forze armate, tenendo fede al giuramento prestato opponeva con fierezza di spirito, degna delle nobili tradizioni dell'Esercito italiano, un categorico rifiuto all'ordine impartitogli di cedere le armi ai tedeschi e di arrendersi. Pur essendo consapevole dei gravi rischi cui si votava, reagiva immediatamente organizzando onorevole reazione. Fallito il tentativo di guadagnare alla sua causa un comandante, che poteva validamente opporsi col suo reparto di artiglieria alla caduta in mani nemiche di un importante aeroporto, non esitava ad impegnarsi in un impari, aspro combattimento, di cui era l'ardente animatore, ma nella dura lotta cadeva colpito a morte. Mentre esalava, dopo atroce agonia, l'ultimo respiro, si perfezionava quella resa che nel suo fine intuito doveva essere respinta ad ogni costo. Col supremo volontario sacrificio segnava ai più la luminosa via del dovere e dell'onore". Al nome di Carlo Pirzio Biroli sono intitolate strade della Capitale e del comune di Ciampino.