Cesare Massini
L’Amministrazione delle Ferrovie nel 1922 lo aveva licenziato in tronco per la sua attività antifascista. Massini, che nel 1914 era un militante socialista ed aveva preso attiva parte ai moti contro la guerra, era diventato in clandestinità segretario della Federazione romana del PCdI. Arrestato sul finire del 1926 l’ex ferroviere fu processato e confinato, prima a Lipari e poi, per 5 anni, a Ponza. Scontata la condanna e riuscito ad espatriare clandestinamente in Francia, lavorò per il Centro estero del Partito comunista sino a che, allo scoppio della Prima guerra mondiale, fu arrestato dalle autorità francesi. Dopo sei mesi di carcere, il governo di Vichy lo consegnò alla polizia fascista. Di nuovo confinato a Ponza, Massini fu rilasciato dopo il crollo del regime fascista e prese parte alla guerra di Liberazione nelle file della Resistenza romana. Nell’immediato dopoguerra è stato segretario della Camera del Lavoro di Roma e, per dieci anni, segretario nazionale del Sindacato Ferrovieri. Membro della Consulta e della Costituente. Dal 1948 al 1958, eletto nei Collegi di Civitavecchia e Velletri, ha rappresentato al Senato il PCI. Ha lasciato due volumi di una Storia del Sindacato Ferrovieri Italiani.