Costantino Ebat
Militare di professione, aveva frequentato l'Accademia, partecipò alla guerra d'Etiopia con il grado di capitano. Nel corso della seconda guerra mondiale aveva prestato servizio in Albania, come maggiore presso il Comando generale delle forze armate italiane. Promosso tenente colonnello, Ebat fu sorpreso dall'armistizio mentre si trovava a Roma e partecipò sin dall'inizio alla guerra di liberazione. Dopo aver combattuto nel Lazio con la banda "Poli", passò successivamente alla banda "Bill". Catturato dai tedeschi in seguito ad una spiata, l'ufficiale fu portato in via Tasso e qui a lungo torturato, prima di essere processato e condannato a morte il 19 maggio del 1944. I fascisti lo fucilarono due settimane dopo.
Nella motivazione della Medaglia d'oro alla memoria si legge: "Operando in condizioni di ambiente particolarmente difficili e pericolose, riusciva a raccogliere importanti notizie sulla situazione dei tedeschi al fronte di Anzio e nella regione della Tolfa. Cadeva poi per delazione in mano delle SS [... ]. Per 35 giorni interrogato e barbaramente seviziato, manteneva fiero ed esemplare contegno, nulla rivelando dell'organizzazione della resistenza che gli era ben nota... ".